L’Universo è temporale o a-temporale? La Fisica Quantistica, alla base della Medicina Quantistica di Biorisonanza, ha cambiato la percezione dell’Universo che è ben diverso da come ce lo hanno raccontato.
Ogni essere umano ha una percezione fisiologica immediata ed intuitiva del tempo vissuto, una percezione che deriva da fenomeni elementari come la successione dei giorni, delle stagioni, il processo di invecchiamento, il progressivo deteriorarsi dei manufatti. L ‘uomo, infatti, riesce a percepire solo i cambiamenti chimici, fisici e biologici della materia nel tempo e nello spazio fisico. Quando si cerca di capire che cosa sia realmente il tempo, come esso entri nella descrizione del mondo, ci si trova di fronte ad una serie di ostacoli descrittivi. Il mondo dell’uomo e delle sue credenze è sempre stato un mondo temporale, che viene considerato come una successione di eventi che si snodano nel tempo. Questa frattura, tra la descrizione razionale del tempo e la sua percezione, si è andata aggravando nel corso della rivoluzione scientifica settecentesca.
Anche il mondo descritto dalla scienza classica è temporale: essa si fonda su leggi dipendenti dal tempo, anche se, una volta assegnate le condizioni iniziali e le forze in gioco, queste determinano per sempre il futuro, così come avevano determinato il passato. Parliamo, quindi, di una visione determinista in cui la temporalità è solo una semplice illusione, ed in cui non c’è spazio né per l’uomo, né per l’ apparente casualità di molti fenomeni naturali. L’Universo della Fisica Classica risulta essere quindi un meccanismo prevedibile, ma pressoché inconoscibile. Infatti alcuni autori hanno identificato, in questa inconciliabilità tra esperienza e descrizione scientifica del mondo, una delle principali cause di quella che è stata chiamata “l’ansietà dell’uomo moderno”. L’uomo, infatti, come soggetto che si trova di fronte ad eventi imprevedibili che riguardano la sua vita, è in contrasto con la prevedibilità scientifica dell’ Universo; da ciò nasce un contrasto, un dualismo inconciliabile tra la sua esigenza di darsi risposte razionali e l’irrazionalità degli accadimenti della propria vita.
Fisica Quantistica e principio di non-località
Alla luce delle ultime scoperte della fisica quantistica e dagli sviluppi nati dagli esperimenti effettuati, però, la considerazione dello spazio fisico e del tempo sono notevolmente cambiati. Infatti se ci si basa solo sulla percezione elementare , è possibile concludere che lo spazio consiste in un luogo astratto in cui sono collocati gli oggetti, mentre il tempo esiste solo come flusso di cambiamenti materiali che avvengono in uno spazio a-temporale. Il teatro in cui avvengono i fenomeni naturali non è quindi lo spazio-tempo, ma è uno spazio a-temporale. Di fatto tutti gli esperimenti volti a spiegare i fenomeni naturali delle microparticelle elementari hanno dimostrato che in natura avvengono fenomeni a-temporali, non locali, e cioè che aderiscono al più significativo principio della meccanica quantistica: il “principio di non- località“ quantistico, secondo cui:
“parti lontane di uno stesso sistema interagiscono tra loro istantaneamente, indipendentemente dalla distanza che le separa: la comunicazione avviene quindi apparentemente ad una velocità infinita e non alla velocità della luce come previsto dalla relatività Einsteiniana”.
Questa conclusione si discosta dalla visione tradizionale del mondo, così come ce l’hanno sempre raccontata. Questa nuova visione, però, è più coerente con i fatti sperimentali: l’uomo infatti non ha nessuna evidenza empirica sul movimento degli oggetti materiali nel tempo. Lo spazio fisico ha, quindi, un carattere a-temporale! Questa caratteristica permette di spiegare alcuni aspetti della non-località, in particolare la comunicazione istantanea delle particelle sub-atomiche.
La relazione istantanea tra due particelle, anche quando esse si trovano a grande distanza, può essere interpretata come un effetto dello spazio fisico a-temporale. Queste particelle, così come risulta dagli esperimenti effettuati ripetutamente al Cern di Ginevra, rimangono legate da un misterioso legame ed il loro comportamento si spiega solo se consideriamo una connessione che avviene in una dimensione a-temporale e a-spaziale! Secondo la teoria dell’ordine implicito introdotto dal fisico David Bohm (Ordine implicito del mondo sub-atomico-teoria dell’onda pilota, 1952), è proprio il carattere a-temporale dello spazio a trasmettere l’informazione tra due particelle subatomiche, facendole comunicare istantaneamente. Ciò è possibile perché al livello “fondamentale” la realtà è a-temporale e quindi non ha velocità. Nell’ambito delle idee di Bohm il moto delle particelle non si manifesta in maniera casuale, ma sotto la guida di un “campo nascosto”, cioè appunto il campo, o potenziale quantico, in grado di determinarne la traiettoria. Si tratta di un potenziale nato dal ” vuoto “, che non opera come i campi elettromagnetici classici, ma che agisce in maniera istantanea e solo come pura ” forma”. In pratica la particella si comporta come una nave che arriva in porto grazie alla potenza dei suoi motori, ma sotto la guida di un radar che le indica la strada da seguire. I motori rappresentano il comportamento classico delle particelle nel mondo fisico tradizionale, mentre il radar rappresenta l’azione del potenziale quantico. È proprio questo potenziale quantico che è in grado di determinare la non località ( a-spazialità e a-temporalità) dei processi microscopici vale a dire la comunicazione istantanea tra le particelle sub-atomiche. Quindi, se per il mondo macroscopico (ordine esplicito) valgono le manifestazioni locali e frammentarie, e sono ancora valide le leggi deterministiche, il microcosmo è caratterizzato da non località e non separabilità: il comportamento delle particelle sub-atomiche indica che esiste un livello di realtà fondamentale di cui non siamo consapevoli e che non riusciamo, con i nostri sensi limitati, a percepire.
Addirittura anche il pensiero potrebbe essere la prova di un meccanismo non locale. Infatti molti autori, come il neuro- chirurgo e neuro fisiologo americano Karl Pribram (modello olografico di Pribram e Bohm), considerano il cervello umano, non come la fonte del pensiero, ma solo come un mezzo per la sua esplicazione in un successivo livello bio-chimico. Questo concetto di a-temporalità e a-spazialità apre nuovi scenari nella comprensione di quelli che fino a ieri erano considerati fenomeni non spiegabili dalla scienza, come i poteri telepatici o i casi di “coscienza collettiva”. Questi fenomeni non sono considerati eventi reali ma rappresentano uno stato di “Entanglement” ( intreccio quantistico) tra le coscienze di due o più persone separate, che riescono a comunicare in maniera istantanea in base ad un meccanismo simile alla risonanza. In un mondo non localizzato, quindi a-temporale, come il nostro, le connessioni si realizzano istantaneamente.
“In pratica, la totalità dell’Universo, tutto interconnesso in ogni sua parte, sembra essere presente al di là dello Spazio-Tempo, in ogni luogo e tempo”. ( V. Marchi, “La scienza dell’Uno).