Come la paternità cambia un uomo: cosa dice la scienza

Creato il 09 marzo 2015 da Conservazionecordoneombelicale @SorgenteSalute

Secondo la scienza, la paternità è in grado di cambiare un uomo: ecco cosa dimostrano alcuni studi scientifici in merito. Papà pianificatori, organizzatori ma anche più sensibili: come la paternità cambia l’uomo.

Di: Redazione

La nascita di un figlio è un evento che comporta gioia ed entusiasmo, ma che è anche in grado di cambiare la vita di una coppia: infatti, quando due persone mettono al mondo un bambino, suggellano il loro amore trasformando la coppia in una famiglia.

I cambiamenti che succedono alla nascita di un bebè sono tanti, ma a differenza di quanto ci si aspetta, essi non riguardano solo la neo mamma, ma anche il neo papà: non a caso, non si parla solo di maternità ma anche di paternità, perché come si insegna in molti corsi preparto, anche il papà ha un ruolo molto importante.

Che diventare mamma cambi la vita di una donna è un dato di fatto, e forse anche una cosa scontata: in particolare dopo la nascita del primo figlio, una donna si rende conto che la sua vita ha subìto una trasformazione importante, e che da questo momento in poi avrà a che fare con momenti di gioia, ma anche con preoccupazioni ed ansie per il bebè.

Secondo alcuni studi, però, anche la paternità merita un approfondimento in relazione ai cambiamenti che essa comporta: quando un uomo diventa papà, infatti, si verificano alcuni cambiamenti nel suo cervello, ed egli diventa più attivo, e più ‘pianificatore’. Lo studio che lo dimostra fa parte di un progetto del 2006, portato avanti dalla Princeton University: i ricercatori hanno studiato il cervello di alcuni primati in seguito alla nascita dei cuccioli, facendo emergere la presenza di connessioni tra i neuroni nella parte della corteccia prefrontale, che è responsabile della capacità di pianificazione.

Pianificatori ed organizzatori, ma anche più sensibili: secondo un’altra ricerca effettuata sui topi maschi, è stato sottolineato che la nascita del cucciolo comporta nel maschio una maggiore predisposizione all’elaborazione delle emozioni.


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