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Come la Rai rende introvabili sul web i film per il web che la Rai produce

Creato il 14 marzo 2013 da Rita Charbonnier @ritacharbonnier
Come la Rai rende introvabili sul web i film per il web che la Rai produce Lo scorso novembre Rai Cinema ha presentato l’esperimento WEB MOVIES, che intende “testare il mercato cinematografico su una realtà distributiva alternativa alla sala [cioè Internet], creando una filiera di sfruttamento diversa da quella tradizionale, per capire se il potenziale del web può essere davvero un’opzione valida.”
In sostanza la Rai ha prodotto 10 film per il web, con un budget di 150.000 euro a film (è un budget basso). Il meccanismo di fruizione dei film intende in qualche modo rifarsi a quello delle sale cinematografiche: una data di uscita e un periodo limitato di disponibilità dell’opera (con la differenza che per vedere il film sul web non si paga il biglietto).
Purtroppo non è chiarissimo dove e come, nella rete, vedere i film (né soprattutto quando, ma di questo dirò poi). Per cominciare possiamo andare su Cubovision (portale del Gruppo Telecom, partner dell’iniziativa): provate a cercare il film attualmente in programmazione. QUESTO il portale.
L’avete trovato? No. Non ci sono richiami chiari all’iniziativa nella Homepage. Se anche scrivete nella maschera di ricerca “web movies rai” o “rai cinema” lo sconfortante risultato è: La ricerca non ha prodotto nessun risultato. Perché la ricerca riguarda solo i titoli dei film.
Allora vi do una dritta. Il titolo è Andarevia. Se lo scrivete nella maschera di ricerca, finalmente vi compare il link al film. Ma chi i titoli non li conosce già, e sa poco o niente di questa iniziativa, come fa a trovare i film?
Ora provate, nella parte bassa della pagina del film, a cliccare sulla categoria “Web movies Rai Cinema”. Vi esce un sacco di roba che non c’entra niente.
Andiamo oltre. La Rai ha istituito un canale web dedicato, Rai Cinema Channel. Bisogna creare un account e allora, ci dicono, potremo vedere in streaming gratuito il film del momento. Sulla pagina che descrive l’iniziativa compare l’elenco completo dei film prodotti, senza informazioni sui medesimi, senza archivio e senza date di messa online. Inoltre bisogna avere Microsoft Silverlight installato, altrimenti non si vede niente. Forse è per questo che i commenti sotto il film attualmente visibile (True Love) sono di questo tenore:
nn si vedeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee / Non carica niente / A me non funziona / non si vede....c’è scritto: We are sorry. The content is not avalable due to copyright restrictions!!
E infine, sul canale YouTube della Rai è stata creata una playlist dedicata, che raccoglie trailer, interviste e i primi 10 minuti dei film caricati, rimandando per la visione completa al canale web di cui sopra. Ma la didascalia sulla destra non è aggiornata (fa riferimento solo al primo dei 10 web movies) e il trailer che trovate qui sotto al momento ha 446 visualizzazioni. Poche per un progetto del genere. Viene il sospetto che le migliaia di visualizzazioni dei due “assaggi” di film finora caricati siano dovute a promozione diretta, fatta da chi il film lo ha realizzato e ha condiviso il link sulle proprie pagine Twitter e Facebook.

Insomma, sembrerebbe che i film vengano prima mandati su Cubovision e poi sul canale web-movies della Rai; infatti Cubovision è avanti di un film, perché Andarevia (disponibile, ci dicono, fino al 15 aprile) è il terzo nella lista. Anzi no. Circuito chiuso, che dovrebbe essere il quarto stando a quanto riporta la Rai, su Cubovision risulta disponibile “fino al 15 marzo”. Aiuto. Non ci si capisce niente, perché le date di uscita dei film, ribadisco, non sono annunciate da nessuna parte.
Che sia “una trappola” alla Boris? (Chi non capisce il riferimento vada su questa pagina e scorra fino alla descrizione della Stagione 3).
Su questa vicenda ho chiesto un contributo a Daniele Malavolta, coautore della sceneggiatura di Happy Days Motel (qui e qui la descrizione), il penultimo film della lista, che quindi sarà mandato in streaming… chissà quando. Nessuno lo sa, nemmeno lui.
Come la Rai rende introvabili sul web i film per il web che la Rai produceComincio facendo una premessa. Ci vuole lo stesso tempo per scrivere un film a basso costo che a scriverne uno da milioni di euro. Anzi, per scriverne uno a basso costo ci vorrebbe una cura maggiore proprio nello sviluppo della sceneggiatura che dovrebbe esserne il punto di forza, non potendo il film, per ragioni di budget, avvalersi di mezzi tecnici, effetti speciali e cast di grande richiamo. Questo ovviamente nella realtà non succede, ma per questioni legate alla passione per il proprio lavoro che hanno ben poco a che vedere con il denaro, si accetta di lavorare talvolta per compensi trascurabili, assumendosi il rischio d’impresa che dovrebbe invece toccare ai produttori. Se i risultati sono soddisfacenti, si sarebbe a buon diritto orgogliosi di far vedere il proprio lavoro ma nella realtà dei fatti, per il cinema a basso costo, è difficile che questo avvenga. Purtroppo, attualmente, in Italia non esistono canali o circuiti distributivi adeguati per far circolare questo genere di prodotti in sala. 

Uno dei tanti film che ho scritto è stato prodotto dalla Televisione di Stato nell’ambito di un progetto che dovrebbe avere il web come principale canale distributivo, senza precludere naturalmente l’uscita in sala e quella televisiva. A livello di linguaggi e contenuti non si trattava di un lungometraggio pensato in maniera particolare per il web, ma si adattava bene ad essere realizzato con un budget ridotto e la regista che ha scritto con me la sceneggiatura è riuscita a girarlo nei tempi previsti con un livello qualitativo, a mio avviso, più che dignitoso.

Nell’attesa che il film fosse disponibile sul portale di una nota Compagnia Telefonica partner della Televisione di Stato nel progetto dei webmovies, ho pensato di guardare i film che erano già in streaming per vedere come venivano proposti. Ho quindi digitato su un motore di ricerca le parole chiave rimanendo deluso dalla scarsa quantità di informazioni ottenute.
Per far sapere che i film esistono non basta il passaparola di chi ci ha lavorato. A livello di comunicazione poco e nulla, nessun video virale, nessuna foto, nessuna promozione, niente al di fuori di qualche intervista e articolo.
Film che devono essere distribuiti via web e che non utilizzano il web per farsi conoscere? E’ la Televisione di Stato che detta la linea di condotta sulle strategie di promozione, che approva i trailer, i filmati e mi pare che si sia sottovalutata l’importanza della comunicazione.
Mi sono iscritto nella pagina del sito della Televisione di Stato dedicata ai webmovies. Qui non ho trovato una programmazione temporale dei vari titoli della serie ma vedendo che il primo film era disponibile ho cliccato sul video. Dopo avere atteso invano il buffering un messaggio è apparso: “Contenuto non disponibile”. Dopo qualche ricerca ho scoperto che in realtà il film era disponibile solo da una certa data ad una certa data e che in teoria dopo doveva essere messo quello successivo. Ma non ve n’era traccia, nessuna informazione a riguardo.
Ho pensato a problemi di “gioventù” del portale e sono andato invece nel sito della Compagnia Telefonica partner della Televisione di Stato che dovrebbe avere nel proprio catalogo i webmovies come contenuti gratuiti. Devo ammettere che ci ho messo un po’ per orientarmi e inoltre sapevo cosa stavo cercando. Navigare nel portale è difficile, nel motore di ricerca si trovano anche risultati che non sono pertinenti con i webmovies ma soprattutto manca la schedule, cioè un elenco dei film della serie con le relative date di programmazione. Nell’elenco dei risultati non si riescono a distinguere i trailer dai film completi, i backstage (di altri film) dalle interviste, da materiale relativo ad altri film. Aprendo un trailer non ci sono i link al film completo e ogni volta bisogna tornare indietro ai risultati. Tutto macchinoso e frustrante, figuriamoci per un utente inesperto.
Ora ho capito perché l’attore protagonista del film che è in streaming in questi giorni diffondeva su facebook e altri social network il link diretto al film. Aveva capito che trovarlo era assai ostico. Come tante altre volte mi duole constatare che esperimenti lodevoli vengano resi vani da mancanze progettuali. I film sono stati realizzati, ci sono, esistono, ma sarà molto difficile che con queste premesse possano avere la visibilità giusta per emergere nel caos primordiale della rete. Belli o brutti che siano, per avere una possibilità devono arrivare al pubblico che ne determinerà fortuna o insuccesso. Che attualmente non sa che esistono e che avrà difficoltà a fruirli. Mi toccherà quindi prepararmi al passaparola, mandando a tutti il link diretto al mio film. Sempre che anch’io riesca a trovarlo.
Daniele Malavolta

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