L'etichetta
L'etichetta è la carta d'identità di un vino, dove si possono trovare le informazioni utili a definire il vino, regolamentate per legge, che possano indirizzare il consumatore verso un vino appropriato alle sue esigenze.
La maggior parte delle bottiglie di vino ha due etichette, una posta di fronte, obbligatoria per legge, e un'altra posteriore, facoltativa e a discrezione del produttore, ma usatissima su quasi tutte le bottiglie per fornire indicazioni supplementari molto utili, anch'esse regolamentate dalla legge per non trarre in inganno gli acquirenti.
Le etichette inoltre sono divenute con il tempo una sorta di presentazione del vino, attraenti e molto ricercate, in modo da conferire alla bottiglia un'estetica migliore, che si differenzi tra le altre e faccia riconoscere lo specifico produttore anche nel mezzo di decine di bottiglie stoccate su uno scaffale di una enoteca.
Per esempio Donnafugata ha scelto un colore chiaro e brillante che la rende identificabile e riconoscibile, o i Brunello che invece preferiscono mise scure che ne rispecchino le colorazioni del vino.
Generalmente nei vini bianchi, con bottiglia trasparenti, si preferiscono colorazioni chiare, in modo da avere un contrasto delicato con il colore del vino, mentre nei rossi si tende più a colorazioni passionali o scure, che ne rispecchiano invece il carattere. Per lo Champagne o lo spumante la tendenza è su etichette sobrie o altrimenti molto vivaci quando si voglia trasmettere l'impronta festaiola della spumantizzazione. Per i vini passiti o dolci bianchi invece le etichette più usate sono quelle dorate o bianche, più simili al colore brillante del contenuto.
Leggere un'etichetta è molto facile, grazie ad una simbologia chiara e precisa.
L'etichetta a norma di legge
L'etichetta obbligatoria per legge è pensata per essere semplice e comprensibile al consumatore, in modo che questi non possa essere fuorviato nella scelta e soggetto a frodi.
La nuova legge 607/2009 ridisegna secondo le normative europee l'etichettatura dei vini, anche se questa nuova normativa stenta ad essere applicata, ferma in parlamento, per l'opposizione del governo, anche francese, contro le nuove regole imposte dall'Europa. Le diciture DOC e DOCG infatti dovrebbero essere sostituite dagli acronimi DOP (Denominazione di Origine Protetta) e IGP (Denominazione di Origine Protetta). Le indicazioni sono riferite alla nuova regolamentazione.
Comunque le indicazioni obbligatorie in etichetta per queste due denominazioni sono:
Il nome seguito dalla dicitura della denominazione. In questo modo il consumatore può leggere e comprendere la zona d'origine del vino e il suo rispetto della normativa, ricordando che essa si riferisce alla nuova regolamentazione che prevede DOP e IGP.
Il titolo alcolometrico volumetrico, ovvero la percentuale di alcol presente nella bottiglia espressa in percentuale di volume in un litro di vino. Se leggete quindi 13% vol, significherà che il 13 per cento in un litro di questo vino è composto di alcol.
Origine e provenienza specifica, dove il consumatore può leggere l'esatto luogo di produzione e imbottigliamento del vino.
Il nome o il marchio riferibili all'imbottigliatore, indirizzo e località inclusi.
Per gli spumanti, ad esclusioni delle altre tipologie di vino, l'indicazione del tenore di zuccheri.
L'indicazione per precisare l'eventuale presenza di allogeni.
Il lotto di produzione
la quantità di vino nella bottiglia espressa in millilitri o centilitri.
A queste indicazioni obbligatorie si possono aggiungerne altre facoltative per completare l'etichetta sul fronte della bottiglia:
la tipologia di vino (merceologica) che indichi se è uno spumante o altre tipologie come passito etc.
Il nome o la ragione sociale dei distributori o di altre aziende che partecipano alla commercializzazione.
I termini specifici sul tipo di azienda agricola produttrice come abbazia o castello, solo nel caso che tutto il processo sia svolto dalla stessa azienda.
Annata e/o uvaggio, a condizione che queste siano presenti per almeno l'85 per cento del vino.
Il tenore degli zuccheri presenti nella bottiglia anche se non si tratta di uno spumante.
Le sottodenominazioni classico, superiore o riserva, i cui significati sono stati già descritti nell'articolo dedicato in questa sezione.
I loghi comunitari scelti a seconda che si tratti di un DOP o un IGP.
Il metodo di lavorazione, come ad esempio se il vino sia stato fermentato in acciaio o in legno.
L'indicazione delle sottozone, se il vino proviene per almeno l'85 per cento a queste zone specifiche.
L'etichetta posteriore facoltativa
L'etichetta posta sul retro della bottiglia invece viene spesso utilizzata dal produttore come descrizione del proprio vino. Per legge chiaramente non deve contenere indicazioni fuorvianti, ma solo una descrizione sul metodo con cui è stato prodotto il vino, o la storia dell'azienda o ad esempio gli abbinamenti e le temperature di servizio suggerite.
Infatti spesso il consumatore si rivolge proprio a questa etichetta per comprendere se il vino può essere abbinato al tipo di cena che si sta preparando o se adatto al tipo di servizio che si ha intenzione di fare.