Mia Martini ha recentemente ottenuto larghissimi consensi nello spettacolo dal vivo che ha tenuto presso il Cinema Teatro Ciak di Milano. Nello spettacolo Miei compagni di viaggio ha presentato una rassegna di brani di autori diversi, passando da interpretazioni assolutamente convincenti di De Andrè, Lennon, De Gregori, Joni Mitchell, Randy Newman. Siamo andati a trovare questa sempre acclamata artista e abbiamo scoperto… A casa sua ha installato un vero e proprio studio di registrazione. Come è composto e a cosa serve? Ecco le risposte (a queste e ad altre domande).
Sempre più spesso, parlando con cantanti, compositori, musicisti, sentiamo parlare di piccoli impianti di registrazione, realizzati a misura delle necessità dell'artista. Questi impianti sono più o meno complessi, a seconda delle precise esigenze. Molto spesso anche noi su queste pagine abbiamo parlato di piccoli impianti di registrazione realizzati per trasformare l'attività “passiva” del semplice ascoltatore-cultore di musica, in quella - per altro molto più interessante - di chi partecipa alla musica o ad un brano in modo veramente attivo e creativo facendo così di una semplice attività ricreativa qualcosa di più. Soprattutto un impianto di registrazione casalinga consente di registrare più parti da solo rifacendo le parti difettose. Non solo, è possibile fare incisioni e sovraincisioni, riascoltarsi, a scopo didattico o di studio. Gli artisti possono vantare ulteriori motivi ad esempio il continuo perfezionamento, o lo studio di una particolare sonorità, o la registrazione di un motivo che deve essere studiato e rimesso a posto armonicamente. Qualcuno di loro fa molto di più. Abbiamo scoperto che Mia Martini, sulla breccia da diverso tempo e alla ribalta dopo lo spettacolo dal vivo che ha tenuto mesi or sono a Milano, ne possiede uno in casa che usa professionalmente. Le abbiamo perciò rivolto alcune domande sull'uso che essa ne fa.
Che cosa ti ha indotto a riempire la tua casa con apparecchiature atte alla registrazione?
La necessità di provare e riprovare continuamente i pezzi per poterli mettere a posto e affinarli. Succede ad esempio che molte volte mi venga in mente un certo motivo. Questo mi ronza per la testa fino a quando non ne vedo uno svolgimento abbastanza completo o intero. Mi capita così di decidere di registrarne l'armonia fatta sul pianoforte e di risentirlo poi finché ho le idee ancora più chiare. A quel punto mi metto a studiarne l'accompagnamento si va per prove, perché molte volte quello che si ha in mente non è esattamente quello che va meglio che registro poi sul mio registratore. Il lavoro come si vede è lungo, non è semplice tirare fuori qualcosa di buono, e poi a me piace fare le cose per bene e finché un brano non mi soddisfa, non riesco cioè a dire quanto mi sono proposta, continuo a fare e rifare. In questo le apparecchiature mi sono di molto aiuto.
A scopo di studio, quindi!
Anche, ma non solo, le apparecchiature servono per studiare nuove sonorità: e per questo si vedono qui dentro le cose più strane. In realtà basterebbe un semplice registratore multitraccia e poche altre cose, se non si volessero fare particolari ricerche. Ma i motivi che mi hanno spinto a procurarmi queste apparecchiature sono anche di altra natura, motivi pratici ed economici ad esempio, e sotto questo aspetto la comodità di avere uno studio di registrazione personale non è indifferente.
Spiegaci meglio cosa intendi per motivi economici e pratici, perché poi in definitiva tutto questo costa e non poco.
Uno studio di registrazione costa in media dalle 50 a 180 mila all'ora. Quando parlo di 180.000/h parlo dei grandi studi di registrazione. A questa spesa di base bisogna aggiungere gli strumentisti, che inevitabilmente dovremo chiamare se vogliamo fare delle prove, i tecnici, il produttore. Dovendo quindi studiare o proporre un pezzo, pensare di fare delle prove utilizzando una vera e propria sala di incisione comporterebbe dei costi rilevanti. Non solo, ma fare delle prove con molte persone intorno non è da poco! Ecco quindi un motivo di economicità della cosa. Io ormai faccio i miei provini da sottoporre alla Casa e al produttore in casa mia. Certo non sono delle esecuzioni perfette, non possiamo cioè pensare di portare il master che ho ottenuto direttamente sul vinile, ma il pezzo è costruito già nella sua forma migliore; si tratterà di discuterlo, linearlo, eseguirlo diversamente, ma la base è completa e 1'idea del brano stesso è compiuta.
Ma l'accoppiamento tra la tastiera di un pianoforte e il piccolo banco di mixaggio non ti crea talvolta dei problemi? Ma la tecnica mi è sempre piaciuta. Certo sono due cose completamente diverse, ma come vedete affatto incompatibili. Al giorno d'oggi bisogna sapere sfruttare adeguatamente le innovazioni della tecnica. Tutti gli artisti l'hanno sempre fatto, e questi piccoli gioielli sono il sono il migliore aiuto che si possa trovare oggi per poter comporre, studiare correggersi e nello stesso tempo perchè no? Divertirsi.
Una vista generale dell'ambiente dove Mia Martini lavora e studia i suoi pezzi. Tra le apparecchiature impiegate da notare il Tascam 244 Portastudio, il mixer Tascam M-35, l'Eco digitale Dynacord DRS 78, l’Aiwa W X 110 a doppia meccanica, un Rhitm Composer Roland TR 808, equalizzatore Boss, Vocoder Korg, il registratore a nastro Revox B 77 MK II.
Il tutto - ci ha detto - consente di studiare e provare i pezzi senza l'intervento di alcuno.
Mia Martini durante l'intervista. La popolare cantante-autrice sa suonare un’infinità di strumenti. Tra quelli in suo possesso abbiamo intravisto una Fender Stratocaster del '63 (roba da leccarsi i baffi!), una Ramirez, una gloriosa tastiera Solina. Un Inciso per cinofili, la cagnetta che vedete nella foto si chiama Movie.
Massimo Mercantini - ALTA FEDELTA’ 1983
Mia Martiniin Guilty. Omaggio a Randy Newman
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