Come montare da soli una cucina Ikea in un fine settimana

Da Alfredosurf

Come montare da soli una cucina Ikea in un fine settimana

Ma...non è tutto rose e fiori. Preparatevi ad una mini maratona di due giorni tra trapani, viti, un bel pò di polvere e forse anche a un pò di mal di schiena. Nella scheda che vi apprestate a leggere vi illustro le varie fasi del montaggio di una cucina Ikea di 3 mt. circa, che ho eseguito personalmente, completa di frigo e forno elettrico, ma che potrete utilizzare per il montaggio di qualsiasi cucina componibile venduta in kit. Questa breve guida non è il sacro graal, ovviamente, ma per chi intende cimentarsi in questa attività può risultare un utile compendio ai foglietti illustrativi che accompagnano tutti i mobili Ikea. Vi svelerò piccoli accorgimenti da adottare non descritti sui foglietti e vi rivelerò qualche errore che ho commesso cosi, almeno per questi, passerete indenni. Sono ormai tanti anni che la multinazionale Ikea è presente in Italia. Personalmente vi ho acquistato parecchie cose negli anni e mi sono sempre trovato bene fatta eccezione per pochissime cose che si possono veramente contare sulle dita di una mano. Il rapporto qualità/prezzo lo giudico buono ma non aspettatevi che il vostro mobile sia "per tutta a la vita". La qualità del montaggio e le accortezze che vi dedicherete influenzerà, comunque, la durata in bene o in male del vostro mobilio.  A lavoro concluso potrete sicuramente dire...: questa è veramente casa mia, mi sono montato pure la cucina.

Quindi, se avete proprio deciso di buttarvi in questa impresa, non vi resta che proseguire nella lettura.

Difficoltà

Mai come in questo caso è stato difficile dare un giudizio e prevedere le difficoltà di questo lavoro. A prescindere dal fatto che se avrete un aiutante, due è anche meglio, il lavoro risulterà meno faticoso. Obiettivamente nel procedere con il lavoro si possono incontrare alcune difficoltà ed avvolte è proprio una questione di "peso", nel senso che i mobili pesano. Il montaggio di una cucina è uno di quei lavori che richiede conoscenze in più settori: falegnameria, idraulica ed elettricità. Una buona dose di manualità e destrezza sono gradite così come la capacità nell'uso di svariati elettro utensili. E' previsto l'utilizzo di attrezzi comuni presenti nella cassetta di ogni faidateista oltre che l'uso del seghetto alternativo di cui è fondamentale una buona conoscenza. Il livello di difficoltà che mi sento di assegnare a questo lavoro è quindi medio.

ATTENZIONE: Il lavoro, che di seguito illustro, prevede l'utilizzo di molti attrezzi, tra cui uno pericoloso per l'incolumità personale: il seghetto alternativo. Un'atteggiamento vigile e reattivo e piena padronanza dell'utensile sono i requisiti fondamentali per utilizzarlo con sicurezza. Leggete il manuale di istruzioni del seghetto alternativo, informatevi ed eventualmente eseguite delle prove con persone che già lo conoscono. Indossate, inoltre, occhiali protettivi e guanti da lavoro.  Per il montaggio completo della cucina sono previsti dei cablaggi elettrici e l'installazione del tubo del gas, per i quali occorre affidarsi ad un professionista abilitato.


Materiali

In linea di massima il materiale necessario è già cortesemente fornito da Ikea e lo troverete all'interno di ogni imballo. Per mettere in pratica i miei consigli dovrete procurarvi in ordine: silicone e tasselli di buona qualità.

Attrezzi

Gli attrezzi di cui avrete bisogno sono: metro, matita, martello, sega, giravite a taglio e croce, preferibile un'avvitatore, seghetto alternativo, trapano con relative punte da muro, livella, pistola per silicone, occhiali, guanti e cavalletti.

Bene! Iniziamo.

Il mio week-end dedicato al montaggio di una cucina Ikea ha inizio il venerdì pomeriggio nel negozio Ikea di Roma Anagnina per la scelta e l'acquisto dei  mobili. Già di per sé l'acquisto si può considerare un tour de force ma in aiuto vengono dei moderni personal computer posizionati al centro della zona cucine, quindi è vivamente consigliato presentarsi con le misure perfette della cucina e se poi proprio non si riesce da soli si può  chiedere aiuto agli addetti, non prima di essersi prenotati. Dopo aver scelto il modello e selezionato sul p.c. tutti gli articoli che comporranno la nuova cucina Ikea, stampo l'elenco e mi dirigo alle casse. Ahimè bisogna aprire il portafogli! Dopo aver pagato, il mio prossimo step è il ritiro delle merci. Vi anticipo che vi consegneranno ben due maxi carrelli di scatoloni o anche più - avete presente quelli per il trasporto del materiale pesante- dipende dalla grandezza della cucina. Nel mio caso, per una cucina di una lunghezza di 3 mt. circa, completa di forno elettrico e frigo, me ne hanno presentati due stracolmi. A questo punto se si è dotati di furgone, ci si può far consegnare tutto e si fa da soli. Personalmente ho scelto l'opzione del trasporto proposta da Ikea. Almeno questo l'ho risparmiato alla mia povera schiena. Al deck apposito presente nei paraggi, ho lasciato i due carrelli e mi sono fatto consegnare tutto a domicilio.

GIORNO 1 - Sabato

Sabato mattina, di buon ora, mi consegnano la merce e ha inizio l'avventura.

Il primo consiglio che mi sento di dare è: ordine!

Più c'è ordine e più troverete velocemente l'occorrente e quindi più veloci andrete. La casa sarà inondata di scatoloni più o meno grandi quindi, per capirci qualcosa e ottimizzare i tempi, è meglio investire un po' di tempo nel dare un po' di ordine al caos e dividere le scatole. Elettrodomestici da un lato e scatoloni della stessa dimensione uniti insieme, dall'altra. Piccoli accessori tipo lavandino, rubinetto e accessori vari per ora si possono mettere da parte. Al centro della stanza i cavalletti. E' caldamente consigliato farne uso, lavorare carponi a terra per due giorni vi lascerà sicuramente il segno addosso: ginocchia e schiena ne usciranno malconce. Consiglio anche di adottare una buona illuminazione della zona di lavoro.

I primi scatoloni da sballare sono quelli dei pensili. Il bello dei kit di montaggio è che molti pezzi sono tutti uguali o comunque molto simili. In questo caso anche, Ikea non fa differenza. La struttura dei pensili è uguale ai mobili base con l'unica differenza che gli ultimi non hanno la parte superiore. C'è il piano di lavoro.

Consiglio: gli imballi dei primi due mobili, invece che finire subito nel cassone dell'immondizia del cartone li ho aperti completamente e li ho distesi sotto i cavalletti a protezione del pavimento. Un martello che cade inavvertitamente è un fatto non sempre prevedibile e potrebbe causare molti danni al vostro pavimento.

Come è formato un pensile? Da tavole impiallicciate pre forate. Due per i lati, una per il sopra e una per il sotto, un pannello posteriore in faesite e un'anta anteriore. Per scrupolo do uno sguardo al foglietto illustrato presente all'interno dell'imballo e inizio con l'assemblare il primo pensile.

Posiziono i due laterali distesi orizzontalmente sui cavalletti in maniera che siano speculari l'uno con l'altro e inizio con l'avvitare le spinette di alluminio negli appositi fori. Non esagerare con il serraggio, potrebbe rompersi il truciollare. In successione avvito le staffe per il fissaggio al muro. Prendo la base e il tetto e posiziono le spinette di legno nei fori più grandi. Prima di inserirle le bagno con un po di colla per legno. Se occorre mi aiuto con il martello facendo attenzione a non farle entrare troppo nel foro. La spinetta deve dividersi a metà con i due pezzi. Attenzione a non inserirle nei fori dove si inseriranno le spinette di alluminio messe sui laterali. A scanso di equivoci la terza foto qui sotto può essere di aiuto. Dopo aver assemblato i quattro pezzi, li unisco saldamente tra loro stringendo le boccole in dotazione. Queste sono dei bussolotti che si inseriscono negli unici quattro fori lasciati liberi. La freccia stampata sopra va rivolta verso la spina d'alluminio. Con un giravite compio 1/4 di giro e comunque fino a vedere che le due parti si uniscono perfettamente. Non stringo oltre, sono pur sempre di alluminio e si potrebbero rompere.

 

 

Consiglio: prima di andare oltre, fermatevi e fate mente locale se quello che avete fatto è corretto. Prendete il pensile e simulate la sua posizione sul muro. E tutto ok? Davanti a voi avete la parte rifinita del legno? Bene! E assemblato correttamente.

Ora prendo il pensile e girandolo lo metto con lato posteriore in su. Occorre fissare la faesite sul retro del pensile. I due fori presenti devono corrispondere con le staffe di fissaggio che si trovano all'interno del pensile. La faesite si fissa con gli appositi chiodini forniti nel kit. E' un lavoro un po' noioso ma, se fatto con metodo, prosegue velocemente. Un po di attenzione va posta con i primi che si mettono. Se vengono posizionati troppo all'interno del bordo si rischia di andare a vuoto, cioè di non fissare per niente la faesite o peggio, se ci si trova in una via di mezzo, si può rompere il bordo sottostante. Se dovesse accadere, rimuovere il pezzo, delicatamente, senza farlo sfaldare e con un po' di colla si riattacca. I chiodi in dotazione sono tanti nella bustina, forse troppi, ma vabbè perché non utilizzarli tutti. In linea di massima ne vanno messi uno ogni 4/5 centimetri. Il mio metodo consiste nel fissare la faesite con i primi quattro chiodini, rispettivamente ad ogni angolo, poi tutti gli altri appuntarli per poi fissarli, tutti, uno dietro l'altro. Per ora tralascio di sballare l'anta. Le posizionerò tutte a pensili fissati al muro.

Il primo pensile è assemblato! Quanto è passato? Non più di 20 minuti quindi per montare i restanti pezzi, tra pensili e mobili base, ho davanti ancora tre ore circa di lavoro. La mattinata scorrerà veloce ad assemblare tutti i pensili, i mobili base e il mobile contenitore del frigo. Per quanto riguarda quest'ultimo, tenendo in considerazione l'ingombro dello stesso, consiglio di assemblarlo a terra, in orizzontale e una volta completato sollevarlo da un lato. Completato l'assemblaggio di tutti i mobili, inizio con il posizionamento vero e proprio al muro. L'ideale è iniziare con i pensili in modo tale da non aver nessuno intralcio tra i piedi. Si possono adottare più di una tecnica. Se si ha a disposizione una livella a raggi laser si proietta sul muro la linea di fissaggio e si segna con una matita. Si può fissare, in bolla (in riferimento alla bolla della livella), una stecca di legno con dei tasselli e si utilizza come supporto momentaneo dei pensili. Oppure, come ho fatto io, ho acquistando un profilato in acciaio con i relativi dadi da inserire nel fori dei pensili. Questo sistema prevede appunto dei dadi che possono scorrere all'interno del profilato assumendo posizioni all'infinito. Ci si dovrà quindi preoccupare solamente di fissarlo all'altezza desiderata e in bolla e poi ogni pensile verra fissato ai dadi. Scorrendo sul binario i pensili potranno essere posizionati a piacimento per esempio quelli ai lati della cappa potranno essere avvicinati o allontanati come si vorrà. Una volta deciso il punto definitivo non rimarrà che serrare opportunamente i dadi. Un'altro aspetto positivo di quest'ultimo sistema e che non occorre fare tanti buchi nel muro e quindi si risparmiano tempo e tasselli. 

Consiglio: a che altezza vanno posizionati i pensili: a circa 55 cm. dal piano di lavoro sottostante.

E' giunto il momento di passare ai mobili base. Tra le tante buste in dotazione ve ne è una con all'interno numerosi accessori in plastica. Sono i piedini che sorreggono i pensili base. Sono abbastanza intuitivi da montare e si fissano con una sola vite ma purtroppo sono molto sensibili alle sollecitazioni date di lato. I mobili quindi vanno spostati il meno possibile. Per evitare danni e sollecitazioni inutili, ho disteso tutti i mobili base in ordine di montaggio a pochi centimetri dal muro e lì ho montato i piedini. Una volta terminato ho sollevato ad uno ad a uno i mobili facendo attenzione a non forzare i piedini con un'eccessivo peso di taglio. E' il momento di accostare i mobili al muro nella loro posizione definitiva. Il mobile sotto-lavello, nella parte posteriore, è dotato di una grossa feritoia adatta ad evitare i tubi dell'acqua e del gas che fuoriescono dal muro. In linea di massima è talmente grande che non si dovrebbero aver problemi ma se proprio la faesite posteriore sbatte in qualche punto si può rimediare allargando i foro con il seghetto alternativo. Per rendere la struttura più coesa possibile, in dotazione ci sono delle viti in plastica o alluminio abbastanza lunghe per poter legare un mobile con l'altro. A questo punto la mia giornata dedicata al montaggio di una cucina è terminata. Mi posso ritenere soddisfatto, tutti i mobili sono montati e fissati al loro posto, la stanza oramai sembra quasi vuota e il secchione della carta sotto casa ringrazia satollo.

GIORNO 2 - Domenica

Dopo aver posizionato i pensili e i mobili base il lavoro della domenica inizia con il dedicarsi ai ripiani interni e alle ante degli stessi. I primi si inseriscono all'interno dei pensili di taglio a 45 gradi e si poggiano su delle boccole di ferro solitamente rivestite di plastica precedentemente inserite nei fori già presenti sulle pareti. Le ante, prima di essere posizionate sui pensili, vanno dotate di maniglia. Nel mio caso non era presente nessun foro sull'anta quindi, dopo aver deciso la posizione ideale, ho praticato con una punta da legno i rispettivi fori.

Consiglio: il foro deve essere fatto dal lato esterno dell'anta, in quanto nel caso in cui la punta del trapano fuoriuscendo dovesse danneggiare il rivestimento, la parte esterna a vista diverrebbe inutilizzabile.

I moderni kit di montaggio di mobili, ultimamente vengono forniti di cerniere di ultima generazione senza viti. Quelli di Ikea non fanno eccezione. Inserisco le cerniere, due per ogni anta, negli appositi fori e le blocco con l'apposito sistema "click-clack" al pensile. Se occorre agisco sulle appositi viti di regolazione per un perfetta battuta. Tempo previsto per tutte le ante 3 ora circa.

Passo quindi al lavoro più artigianale di tutta questa avventura: tagliare le sedi del lavandino e della macchina del gas sul piano di lavoro.

Consiglio: misurare, misurare e rimisurare prima di effettuare qualsiasi taglio.

Il primo taglio che eseguo è quello del lavandino. Per posizionarlo equidistante dai bordi basta poggiarlo sul piano, capovolto, prendere le misure con un centimetro e segnare con la matita il contorno esatto. Il taglio andrà eseguito 0,5 cm internamente al segno in modo tale da lasciare una base di appoggio per la guarnizione ed evitare anche che eventuali difetti di taglio possano fuoriuscire dal contorno. Su suggerimento di Elisa, un'utente del sito, spiego brevemente come usare il seghetto alternativo. Vi rimando comunque all'apposita scheda. Per effettuare un taglio discreto, se non si è pratici, consiglio di esercitarsi su qualche pezzo di legno da buttare. In linea di massima usare una lama a denti piccoli e stretti, per evitar strappi nel legno e procedere lentamente. Senza fretta. Il seghetto alternativo è un'ottimo elettroutensile, molto versatile ma ha un difetto: se si "spinge" troppo, la lama flette e il taglio risulterà in obliquo. Posizionare la lama nei pressi del taglio da effettuare e avviare il motore elettrico e solo dopo aver raggiunto il massimo dei giri e posizionato il seghetto perfettamente in  piano procedere con il taglio. Uscire dal taglio sempre con l'utensile in funzione per evitare pericolosi "rimbalzi" e "strappi" nel legno.

E' essenziale acquistare un guarnizione tipo mastice perché quella in dotazione è scadente.

Consiglio: prima di proseguire ho spalmato di silicone, quello classico per sigillare i sanitari, il taglio interno sul piano di lavoro. Questa accortezza si usa per evitare che l'eventuale acqua o anche solamente l'umidità non danneggi il piano, proprio nel punto dove l'interno, fatto di truciolare, risulta scoperto da qualsivoglia protezione.

Attacco sotto il bordo esterno il mastice e poi inerisco il lavandino nel foro, controllo il giusto posizionamento e lo fisso con gli appositi fermi sottostanti. Cosi come ho fatto per il lavandino procedo anche per la macchina del gas. A questo punto non mi resta che assemblare il kit sifone in dotazione e posizionare il piano di lavoro al suo posto. Dopo essermi accertato del giusto posizionamento fisso il piano con gli appositi clips sottostanti. Libero il forno e il frigo dagli imballi e li inserisco nei rispettivi mobili, facendo attenzione che i cavi elettrici rimangano liberi per essere collegati alla rete.  Non resta che montare il profilato salva goccia sul piano di lavoro e tagliare a misura lo zoccoletto inferiore.

Il montaggio della cucina è terminato non resta che darle una bella pulita, dotarla di qualche accessorio e far eseguire i cablaggi elettrici e del gas da un tecnico qualificato.

2012-faidatesecondome.it - Alfredo Onori   ©Riproduzione Riservata

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