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Le due ruote in questi giorni sono di moda, al centrodell’attenzione, e quindi ieri approfittando del calore del sole, ho inebriatole narici del profumo del vento, per un lasso temporale necessario ad assorbireleestenuantiquantoinutili attività lavorative, troppo spesso concentrate sul nulla. Sono unromantico dell’utilità delle operazioni, non riesco a valutare positivamente laripetitività che non porta già dall’origine, palesemente, a nessun risultato. Nonfaccio la spalla all’esercito di esseri volti a trascinare le azioni perchéistruiti a farlo, ed è per questa latente anticonvenzionalità che mi trovospesso a discutere con argomentazioni così estranee al prestabilito. La dicituraaffibbiata, è quella del polemico ad oltranza, e forse ne sono un tantinocondizionato, tanto da auto censurarmi, ma qui non c’è un contraddittorio vis àvis e quindi posso concedermi la licenza. Mi sono immerso in me stesso, languido, puro, essenza…ho urtatolo sguardo, il mio spirito indagatore, da bambino pulito…felice di quel mestesso, contento del contorno. Agito la parola, articolo il linguaggio per comunicare,gesticolo tra la folla, cerco di attirare l’attenzione, sembrano tutti automivolti a far trascorrere il tempo e non al viverlo. Presi tra mille problemiquotidiani, scorriamo senza accorgercene verso la fine, facendo passare quell’intervalloper alcuni dono, per taluni sofferenza. Vorrei tornare ad usare il normografoper dipingere ogni lettera, per dare importanza ad ogni particolare, riscoprirel’antico, quello nascosto, quello celato con abilità, in un “mondo determinatodove nulla è determinabile” per la complessità dei suoi elementi…mi siedo, ealla fine di una giornata pennellata, la notte è protagonista, e da comprimarioalzo lo sguardo al cielo stellato, ruoto su me stesso più volte…le vertigini miavvolgono, naufragando i pensieri in una grossa risata.