Quest’estate ho incontrato in rete Elena Aleci, esperta di storia dell’arte e autrice di libri per bambini, tra cui ” A ogni bambino la sua Torino” (pubblicato nel 2013 con Espress edizioni, uscito in abbinamento con La Stampa di Torino). Da anni Elena organizza mini-corsi di storia dell’arte per bambini nelle scuole primarie. E’ un tema che mi interessa molto e le ho chiesto di raccontarmi qualche trucco. Mi ha regalato questo interessante guest post, in cui ha stilato una bella serie di consigli per chi vuole avvicinare i bambini alla storia dell’arte in modo attivo e creativo.
Mamma, raccontami un’altra Storia… dell’arte.
Qualche dritta per appassionare i bambini a questa materia affascinante
di Elena Aleci
Procuratevi tante immagini dell’artista scelto, non solo riproduzioni ma anche immagini parodistiche (i bambini le adorano e se ridono, siete a cavallo!), e quindi procedete così:
1) L’ ARTISTA è UN UOMO (o una DONNA) del suo TEMPO
Ricordate che l’artista è un uomo vissuto in un contesto storico e sociale.
Se vi prendete la briga di parlare ai vostri bambini, per esempio, di Giotto, aiutateli a immaginare il tempo in cui è vissuto, utilizzando qualsiasi mezzo (anche i cartoni animati famosi). Raccontate come si viveva in quegli anni, come ci si vestiva. Troverete nei dipinti le tavole apparecchiate (“Cosa mangiava Giotto? C’erano i pomodori?”) e molti animali, persino un cammello. Ma Giotto aveva mai visto un cammello vero?
2) NESSUNA DOMANDA è STUPIDA
Non abbiate paura delle domande.
Prima di tutto cercate di risolvere le vostre, per esempio: “A me, Giotto piace? Cosa avrà di speciale?”; e quindi quelle dei bambini “Perché si assomigliano tutti? Perché vivono in casette piccoline? Perché il cammello ha gli occhi blu?” .
Mi raccomando, non vi arrendete e cercate le risposte.
Ogni risposta trovata è un chiodo fissato sulla parete bianca della loro testolina e, se è ben saldo, negli anni sosterrà molte altre conoscenze!
3) LE FONTI
Se a casa non l’avete – e lo posso capire – cercate in rete qualche pagina del Vasari o qualche altra fonte antica per gli antichi e moderna per i moderni. Gli aneddoti, le testimonianze dei contemporanei, le parole degli artisti, ai bambini piacciono tanto. Il personaggio acquista spessore. A scuola molti conoscono la storia della “O” di Giotto, non tutti sanno che era bruttissimo, o che raccontava le barzellette.
4) LA DANZA DEI TRE PASSI
Questa è un’altra delle mie fissazioni! Devo fare sempre (almeno) tre passi per spiegarmi, e quindi spiegare, l’importanza dell’artista in questione: uno indietro (come lavoravano prima di lui? ); uno di lato (come dipingevano i suoi contemporanei); uno in avanti (cosa lascia a chi viene dopo? Chi si ispira al suo modo di fare arte?).
La danza può essere ripetuta più e più volte per qualsiasi artista o movimento artistico: un… due… tre; un… due… tre.
5) ORA TOCCA A NOI
Se proprio siete mamme virtuose, dopo i punti 1, 2, 3 e 4 potete concedervi un “laboratorio”. Non banalizzate la storia dell’arte dando ai bambini (dai sette anni in poi) schede da colorare ma aiutateli a capire le difficoltà che il pittore in questione ha dovuto affrontare. Per esempio, avete mai provato a disegnare una pecora utilizzando un filmato di animali al pascolo, magari con un carboncino su una pietra, invece di copiare una riproduzione grafica presa da un album?
Giotto è stato il primo a farlo, per questo quando Cimabue (così racconta la leggenda) lo vide, rimase senza parole! Se ora le sue pecore ci appaiono un po’ rachitiche confrontiamole con quella che abbiamo appena realizzato noi su un sasso del mare, guardando il filmato in tv!
Non crediate sia facile applicare questo metodo con coerenza! Io stessa studio coma una pazza prima di ogni nuova lezione. Così imparo tantissime cose sul contesto (esempio stupidissimo: Arcimboldo dipinge le carote bianche perché ai suoi tempi quelle arancioni non esistevano); mi rileggo le fonti (e a volte zzzzz… mi addormento sul Vasari); mi pongo interrogativi senza pudore e inciampo malamente nella “Danza dei tre passi”.
La fatica è notevole ma merita!
I bambini (grandi emozioni, grandi cervelli e piccole parole) capiranno e ricorderanno tutto e da grandi – ne sono certa, ne siamo certe – tratteranno con maggior cura lo scrigno prezioso in cui del tutto fortuitamente, ci troviamo a vivere.
CHI E’ ELENA ALECI
Storico dell’arte laureata a Torino nel 1993-94; specializzata a Genova nel 1998: giovane ricercatrice 2000. Responsabile Ufficio iconografico Umberto Allemandi e C dal 2001 a fine 2006. Professore a contratto Università Piemonte Orientale 2008-2009; Politecnico di Torino 2009-2010. Dal 2011 cultore della materia “Documentazione informatica dei Beni culturali”. Tuttora presente nell’elenco degli esperti per eventuale affidamento cattedre a contratto dal Politecnico di Torino (Facoltà di Architettura)
Pubblicazioni: specialistiche su riviste scientifiche; divulgative per Enciclopedie a guide turistiche; didattiche per volumi scolastici.
2011 Pubblica “La Pecora di Leo. Pillole di Storia dell’arte”, Aracne; inventa “Con un poco di zucchero” cicli di Storia dell’arte per la scuola primaria, tutt’ora in corso.
2012 Inizia a collaborare con Fogola Junior inventando e conducendo le attività didattiche con le scuole e organizzando i corsi per il pomeriggio e gli eventi.
2013 Pubblica “A ogni bambino la sua Torino”, Espress edizioni, uscito in abbinamento con La Stampa di Torino in (Aprile 2013) e quindi distribuito nelle librerie e sulle piattaforme web.
2013 Inizia a collaborare con Torinobimbi come titolare della rubrica “Piccoli turisti”.
2015 (in pubblicazione) “Quaderno attività espressive” per IV e V elementare.
Grazie, Elena! Faremo tesoro dei tuoi consigli e aspettiamo di poter leggere le tue prossime pubblicazioni.
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