Un itinerario di viaggio accompagnato da un paesaggio collinare di grande dolcezza. E' la zona del Piacentino, ricca di vigneti, dove nascono celebri vini Doc come il Gutturnio, il Barbera, la Bonarda e la Malvasia. Il percorso tocca borghi antichi, taluni antichissimi, e un pittoresco paese finto-medioevale, voluto dalla fantasia romantica di un Visconti di Modrone.
Antico catrum romanum, Piacenza assunse importanza in età comunale e nel Rinascimento quando, nel 1545, costituì con Parma il Ducato dei Farnese. Di questo fiorente passato rimangono tracce nell'aspetto severo dei suoi numerosi monumenti medievali e in alcuni esempi di architettura rinascimentale, tra cui il grandioso Palazzo Farnese. Vanto della città è il Gotico, antico palazzo comunale, capolavoro dell'architettura civile lombarda del XIII secolo, davanti al quale si trovano le due statue equestri dei Farnese, superbi esempi di statuaria barocca. Tra i numerosi edifici religiosi spicca il Duomo romanico-gotico, pera dei Maestri Comacini; a tre navate, con ampia facciata a capanna, ospita all'interno sculture di Nicolò e Wiligelmo e opere di Guercino , Procaccini e Morazzone. Di notevole pregio anche la basilica di S. Antonino, dell'XI secolo, con un grande atrio gotico detto il "Paradiso", e la chiesa di S. Sisto, armonioso esempio dell'architettura del primo Rinascimento, dove si trova una copia della Madonna di S. Sisto dipinta da Raffaello per questa chiesa , il cui originale è ora esposto al Museo di Dresda.
Da Piacenza, seguendo la S.S. 654 per 14 km, si arriva a Grazzano Visconti. Questo piccolo paese ha una storia insolita: fu "inventato" da Giuseppe Visconti di Modrone all'inizio dello scorso secolo. Il complesso sorge sui resti di un castello del '300, realizzato dai nobili piacentini Anguissola per concessione di Gian Galeazzo Visconti. Le torri, le merlature, le logge, le fontane e i portici, tutti costruiti tra il verde in stile "neo-medioevale", creano un'atmosfera di grande suggestione.
Si procede lungo la statale, passando per Bettola, fino a Guselli, dove si devia a sinistra per raggiungere la zona archeologica di Velleia (a 39 km). Fu il duca di Parma Filippo di Borbone ad avviare alla fine del XVIII sec. gli scavi che portarono alla luce l'antico municipio romano. Preziosi oggetti ritrovati nel corso dei secoli, tra cui statue della famiglia imperiale Giulio-Claudia, vasellame, bronzi e iscrizioni, sono raccolti nel Museo Archeologico di Parma.
A 20 km dagli scavi di Velleia si presenta Castell'Arquato. Posto alla sommità di un colle, questo pittoresco borgo ha origini molto antiche, che si confondono con la leggenda. Probabilmente abitato dai primitivi popoli liguri, fu per secoli conteso dagli Sforza di Milano e quelli di Santa Fiora, che lo posero sotto la giurisdizione dei Farnese. Il cuore del paese è costituito dalla piazza situata nella parte alta., su cui si affacciano la Collegiata romanica, la Rocca Viscontea del 1342 e il Palazzo Pretorio realizzato alla fine del '200. Degno di nota il Museo Geologico, ospitato nel cinquecentesco Torrione Farnesiano, in cui sono raccolti fossili del Pliocene e del Pleistocene e reperti preistorici risalenti al Neolitico.
Attraverso 20 km di strade secondarie si raggiunge Salsomaggiore Terme, rinomata stazione termale, adagiata in una verde conca tra le pendici dell'Appennino Parmense. Dagli inizi dell'Ottocento, quando sono state scoperte le proprietà terapeutiche delle acque salsoiodiche della zona, Salsomaggiore si è arricchita di eleganti e attrezzati stabilimenti termali, negozi e luigi di divertimento che ne fanno uno dei centri di cura più animati. In bella posizione panoramica il Poggio Diana, località di svaghi inserita nel verde di un grande parco.
Percorrendo la S.S. 359 per 9 km si arriva a Fidenza, centro di origine romana, nota per il suo bel Duomo medioevale. Iniziato nel XII secolo in stile gotico. La facciata, incompiuta, è fiancheggiata da due torri e presenta una ricca decorazione, tra cui sculture realizzate da Benedetto Antelami e dalla sua scuola. Nella cripta la tomba di S. Donnino, con bassorilievi del XV sec. attribuiti a Giovanni Pietro da Rho.
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