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Come organizzare un viaggio in Piemonte: prima tappa

Da Lory663
Le colline dei grandi vini.
Come organizzare un viaggio in Piemonte: prima tappa
Nella parlata locale le langhe sono alture dalle creste assottigliate. Poco a che vedere con le dolci colline del vicino Monferrato: qui i profili sono spigolosi, il paesaggio più solitario, la terra erosa e selvaggia, ma i vigneti danno prodotti eccellenti: Barolo, Dolcetto, Barbaresco, Barbera e Moscato. Il periodo migliore per la visita è quindi l'autunno, tempo di vendemmia...
Città da buongustai per gli ottimi vini, le pesche, il pregiatissimo tartufo bianco, Alba ha nelle caratteristiche case-torri il segno più evidente della sua struttura medioevale. Le vicende del libero comune ( XI-XIII sec. ) e delle aspre lotte con la vicina Asti sono la prima, cospicua testimonianza della ricorrente vocazione all'autonomia: nel 1796, seguendo l'esempio della Rivoluzione Francese, qui si tente la via di un governo autonomo costituzionale, mentre nell'ottobre 1944 nasce, per volontà partigiana, la "Libera Repubblica di Alba". Le chiese di stile gotico-lombardo ( duomo e S.Domenico ) e le chiese barocche (S.Maddalena e S.Giovanni Battista ) costituiscono il patrimonio artistico religioso della città. Nella centrale piazza Risorgimento si impongono la facciata del duomo, rifatta nell'Ottocento ( ma i portali sono della seconda metà dell'XI sec. ), e il profilo delle torri, che fiancheggiano le vicine Via Cavour e Via Vittorio Emanuele. Nascosta nella sala consiliare del municipio si trova una bella tavola cinquecentesca  di Macrino d'Alba ( Madonna col Bambino e Santi ). Punti di forza dell'itinerario cittadino sono anche le enoteche e i negozi di prodotti tipici: per le vie di Alba, a ottobre, si diffonde irresistibile il profumo del tartufo bianco.
Dopo aver fatto "Provviste " ci si dirige a sud fino a Gallo d'Alba e qui si devia per Grinzane Cavour ( a 9 km ), sede dell'omonimo premio letterario, passerella per talenti emergenti della letteratura italiana ed europea. Tra 1832 e 1849 il paese ebbe un prestigioso sindaco, Camillo Benso, conte di Cavour. Il conte trascorse nel duecentesco Castello Cavour, uno dei più importanti delle Langhe, parte della prima giovinezza. Nel grande edificio, sede dell'Enoteca Regionale Piemontese ( tra le più ricche della penisola, circa 200 vini e le migliori grappe della regione ), trova posto, accanto alla raccolta di attrezzi per la vinificazione, una mostra di cimeli del nobile statista.
Tornati a Gallo d'Alba si punta ancora a sud per Barolo ( a 7 Km ), cuore della zona di produzione dell'apprezzatissimo vino a borgo ricco di angoli pittoreschi. Principale punto d'interesse è il Castello Falletti, uno dei migliori castelli di collina del Piemonte, onorato anch'esso da un ospite illustre, Silvio Pellico, che vi abitò a lungo dopo la carcerazione allo Spielberg. Imponente per le pareti verticali, ha i quattro angoli protetti da tre torri di cui una cilindrica e una panoramica. All'interno si possono visitare le sale marchionali, con arredo originario e telo raffigurante membri della famiglia dei marchesi Falletti di Barolo, una raccolta di oggetti contadini attinenti al mondo del vino, una pregevole biblioteca storica e importanti mostre d'arte. Vi ha sede l'Enoteca Regionale del Barolo che rappresenta tutta la produzione degli undici comuni produttori ed il Centro di Formazione Professionale Alberghiero che forma i giovani cuochi sulle tradizioni ed innovazioni della cucina tipica. I produttori del Barolo tengono qui una esposizione permanente del loro vino; si visitano anche le sale del castello ( con arredo originario e tele di Massimo D'Azeglio ) e un'esposizione di oggetti a carattere enologico, sugheri e cristallerie da vino.
Terra di Barolo è anche Monforte d'Alba  ( a 6 Km ). Nel Medioevo fu zona di eresia: i Catari nel 1028 vi formarono una setta e finirono arsi sul rogo per volere dell'arcivescovo Ariberto d'Intimiano. La parte più interessante del paese è quella alta , disposta a ventaglio, con Palazzo Scarampi, ricavato dal castello medioevale, e l'affresco quattrocentesco nella Cappella delle Sette Vie. Procedendo tra vigneti e boschi si incontra Dogliani ( a 8 Km ), conosciuta per la produzione del Dolcetto, in parte moderna ("borgo" ) e in parte medioevale ("castello "). A Dogliani Borgo, presso il torrente Rea, la parrocchiale custodisce resti di affreschi del XV sec. e una Via Crucis di Gaetano Previati. A Dogliani Castello, in alto, sono visibili gli avanzi delle fortificazioni medioevali, con le antiche mura, una torre e Castel Perno. Proprio dalla parte alta del paese si prende la S.S. 661 che sale a Murazzano ( a 12 km ).
Sosta obbligata a Belvedere Langhe , dopo 7 km, per godere del bel panorama: da una parte le Alpi Marittime e Cozie, dall'altra la grande pianura punteggiata di paesi e cascine. La stessa Murazzano , località di villeggiatura, offre un bel colpo d'occhio. Curiosa la copia di un dipinto del Beato Angelico sopra il portale della chiesa di S.Lorenzo. Murazzano e la vicina Bossolasco (a 9 km verso nord) sono le località langarole più frequentate dai turisti. Caratteristica è la passeggiata per la via centrale del paese: le insegne dei negozi sono opera di pittori contemporanei e in fondo , sulla piazza, c'è un bel terrazzo belvedere. Serravalle Langhe (a 4 km) ospita sulla piazza principale il duecentesco Oratorio di S. Michele, che custodisce affreschi del Quattrocento. Cravanzana ( a 9 km, deviando a destra 2 km dopo Serravalle) è situata in cima a una altura, si cui si erge il castello, ricostruito tra XVII e XVIII secolo.
Da qui la S.S. 592 accompagna il corso del torrente Belbo attraverso gli scenari dei romanzi di Cesare Pavese. Patria dello scrittore è Santo Stefano Belbo (a 18 km), punto di passaggio tra Langhe e Monferrato, conosciuta  per la coltivazione e la lavorazione delle uve da Moscato, sua grande ricchezza. A Pavese, del quale è ancora visibile la casa natale, è dedicato un centro studi. In piazza Umberto I c'è il vecchio Albergo della Posta, spesso ricordato nelle pagine dello scrittore. Antichissima la croce in rame argentato della chiesa del Sacro Cuore: proviene dalla Abbazia di S. Gaudenzio (X secolo), di cui rimangono pochi resti, raggiungibili con una breve passeggiata a nord-ovest del paese.
Canelli dista da S. Stefano solo 5 km; qui la principale fonte di reddito è la produzione dei rinomati spumanti, ma anche di altri vini, vermut e liquori: l'Enoteca Regionale, ricca di vini da dessert, ne è un'importante vetrina. L'attuale aspetto di Palazzo Gancia è frutto di due trasformazioni: quella seicentesca da castello a dimora signorile e un'ulteriore modifica nel 1929. monumenti barocchi sono infine Palazzo Scarazzini e le chiese di S. Leonardo, dell'Addolorata e di S. Rocco.

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