I luoghi dello spirito nelle Foreste Casentinesi
Il nostro primo viaggio in
Toscana prevede un percorso di grande
suggestione, tra l'alto corso dell'Arno e il Casentino. Andremo alla
scoperta di angoli dove la pace regna sovrana, in luoghi dominati dalle
foreste secolari casentinesi, tra colli e paesaggi montani per
esplorare piccoli gioielli d'arte, come gli eremi di Camaldoli e della
Verna. Il primo, che già nell'anno Mille fu sede dell'ordine monastico
che da esso prese il nome, ospita venti celle abitate dagli eremiti.
Da
Firenze si imbocca la S.S. 67 e dopo 18 km di raggiunge
Pontassieve,
centro del Valdarno Superiore. Da qui ci si immette sula S.S. 70 che
sale tra silenziosi boschi di faggi e abeti fino al Passo della Consuma,
dove una deviazione ci porta a
Vallombrosa ( a 25 km). La
località, immersa in una splendida foresta secolare, è rinomata per
l'antica abbazia, fondata da S. Giovanni Gualberto nell'XI sec., che vi
istituì l'ordine dei Vallombrosani. Il grandioso complesso presenta
l'aspetto di un severo castello, risultato di un rifacimento del
Seicento, mentre mantiene immutato il campanile del '200 e la torre
quattrocentesca.
Immagine | Castello di Poppi (AR), di Hop-Frog,
da Flickr Creative Commons, Licenza: CC-by
Tornati sulla statale 70 si percorre una bella discesa in vista, sulla
sinistra, del Monte Falterona e, dopo 29 km, sopra un colle isolato,
ecco
Poppi con l'imponente castello. Il maniero, grande esempio
di architettura fortificata, fu edificato verso la fine del XII secolo.
Presenta una facciata merlata con un'alta torre centrale; all'interno un
elegante cortile, con ricchi ballatoi in legno e stemmi alle pareti. Da
vedere la splendida cappella decorata da Taddeo Gaddi, il salone
principale con soffitto a capriate dipinte, e le numerose sale
affrescate da artisti di scuola fiorentina del '400. Infine, in un'ala
del castello, di particolare interesse è la Biblioteca Rilliana, come
manoscritti che salgono all'XI secolo.
Per una strada secondaria ci dirigiamo verso
Camaldoli ( a 15
km), località dell'Appennino casentinese, tra una fitta foresta di
faggi e abeti bianchi. Il luogo, di grande spiritualità, è sede della
casa.madre dei monaci camaldonesi e comprende il Monastero di Fontebuona
e l'eremo stesso, a circa 3 km. Il complesso monastico fu fondato come
ospizio, per volere di S. Romualdo, per i pellegrini che si recavano
all'eremo nell'XI secolo.
Da sempre importante centro di culto, il massiccio edificio comprende
l'antica foresteria, la chiesa e il monastero vero e proprio.
All'interno è possibile ammirare il chiostro con colonne dell'XI-XII
secolo, il chiostrino quattrocentesco, la biblioteca medioevale, la
chiesa barocca con tavole del Vasari, l'antica farmacia e, nel
refettorio, dipinti di
Lorenzo Lippi e del Pomarancio. Si sale quindi al
solitario e suggestivo eremo, prima sede dell'ordine camaldolese (1012)
che ancora oggi ospita venti celle abitate dagli eremiti. Entrati nel
cortile, sulla destra si erge la barocca chiesa del Salvatore, più volte
rifatta, la cui facciata è compresa tra due campanili a torre.
L'interno, riccamente decorato da stucchi dorati, custodisce due
tabernacoli marmorei e una bella terracotta di stile robbiesco.
Ripreso il tragitto, ci immettiamo sulla S.S. 71 e, dopo 14 km, arriviamo a
Bibbiena, il centro più importante del Casentino. Da visitare la quattrocentesca
chiesa di S. Lorenzo, dall'interno rinascimentale con due terrecotte robbiane, e la
chiesa dei Ss. Ippolito e Donato
(XII sec. ) che conserva un crocifisso ligneo attribuito a Duccio di
Buoninsegna. Fuori dall'abitato merita una sosta il quattrocentesco
Santuario di S. Maria del Sasso. con interessanti dipinti del '500 e del '600.
Si continua poi lungo la S.S. 208, in un paesaggio di montagna, fino a raggiungere
La Verna
(a 23 km). La singolare vetta calcarea, coperta da una magnifica
foresta, è famosa per il convento fondato da S. Francesco d'Assisi nel
XIII secolo ed è oggi meta di pellegrinaggi.
Il Santuario della Verna comprende
la chiesetta di S. Maria degli Angeli (1216), il Museo del Santuario e
sec. ) con pregevoli terrecotte di Andrea della Robbia. Infine,
attraverso un corridoio ornato da affreschi si entra nella chiesa delle
Stimmate, dove in una cappella
S. Francesco si
ritirava a pregare e dove, nel 1224, ricevette appunto le stimmate. Da
non perdere lo splendido tondo (Madonna col Bambino) di Luca della
Robbia e la grande terracotta invetriata (Crocifissione) di Andrea della
Robbia.