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Come pagine bianche

Creato il 04 gennaio 2011 da Luciusday
Quando nasciamo, non c'è niente da fare, siamo come pagine bianche, immacolate. All'inizio sono i genitori a guidare la nostra mano su questo foglio libero e immenso. Segni e disegni: parole, infine, che timide iniziano a comparirci davanti, all'inizio con qualche indugio - quasi vergogna di scrivere la nostra storia nel mondo; poi in modo via via più sicuro e scorrevole. I nostri cari vedono che iniziamo a prenderci la mano e ci lasciano scrivere la nostra storia, si limitano a leggerla, prima da vicino, poi allontanandosi piano piano, sempre di più, limitandosi a intervenire, a confortarci quando ne abbiamo bisogno.
Adesso siamo noi i padroni delle nostre pagine, possiamo decidere cosa farne, cosa scriverci, cosa disegnarci. Ognuno di noi scriverà la sua storia, unica e inimitabile, potrà decidere cosa annotare nel libro, cosa scrivere, con chi scrivere, cosa cancellare. Ci sono periodi della vita in cui ti ritrovi a leggere tutto ciò che hai scritto. Anche a voler cancellare, però, rimarrà sempre in noi la traccia primitiva di quel disegno mai visto dagli altri.
"Mi sento un errore, un errore di ortografia. Una doppia dove non ci va, un "fà" con l'accento. Un colpo di bianchetto e io sparisco, come tutti gli errori. Il foglio resta bianco, pulito, e nessuno vede il dolore nascosto dietro quello strato bianco. La poesia è una balla con le rime. Dante, fottiti! (Leo)" (A. D'Avenia, Bianca come il latte, rossa come il sangue)
Come pagine bianche

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