Gli Stati Uniti mettono il becco nelle faccende della Siria “rivoluzionaria”. A quando l’Iran?
Il Post cita il Wall Street Journal:
Nei giorni scorsi il governo americano si era espresso per la prima volta in favore di un cambio di regime a Damasco. Il segretario di stato americano Hillary Clinton ha detto che il presidente siriano Assad ha ormai perso «legittimità» perché non ha risposto alle richieste della popolazione. Il Wall Street Journal scrive che gli Stati Uniti sono molto interessati a un cambiamento che potrebbe riscrivere gli equilibri geopolitici dell’area. Assad è stato un alleato prezioso del regime iraniano degli ayatollah negli ultimi anni e ha aiutato Teheran a rafforzare la sua influenza in Libano e in Palestina finanziando Hezbollah e Hamas.
Nessuno dice niente del fatto che gli Stati Uniti, tutti soli, “siano interessati” agli “equilibri geopolitici” del mondo intero per estendere la propria egemonia. È “legittima” questa egemonia, per usare le parole di Hillary Clinton? Gli Stati Uniti hanno sempre fatto quello che vogliono, fregandosene bellamente degli accordi internazionali, ma è un discorso sciocco, visto che sappiamo benissimo che tutto quello che fanno è diretto solamente a ingrassare le pance già gonfie di chi comanda davvero il mondo, cui lo stato americano è solo sede e strumento principale, vista appunto l’egemonia guadagnata nel corso del tempo, aiutata anche dai suddetti che se ne stanno dietro le quinte.
Un’ultima cosa per ricordarvi di valutare sempre la fonte delle informazioni: il Wall Street Journal è pubblicato dalla Dow Jones & Company, divisione della News Corporation, il cui presidente è Rupert Murdoch.
-m4p-