Ricordo che una volta, quando mia nonna stava male, corsi giù per le scale a chiamare la vicina infermiera e che mentre correvo sentivo che stavo facendo qualcosa di giusto. Avrò avuto 8 anni. Nella mia testa io ero l'unica possibilità che mia nonna aveva di salvarsi; credo che questo mio egocentrismo abbia profondamente caratterizzato la mia vita, tanto da prendermela oggi persino con i semafori rossi se sono in ritardo...tutto gira intorno a me o io giro intorno a tutto? Non so perché a volte ho quella sensazione alla Truman Show che se cambio strada oggi non riusciranno a riprendermi!
Ho una nausea terribile questi giorni, una di quelle che ti costringerebbero a comprare un test se solo non fossi in grado di capire che non è un bambino che aspetti ma il rilascio di una tensione dovuta al voler controllare sempre tutto.
La vita a poco a poco o di botto ti costringe a lasciare andare...puoi impuntarti, resistere, lottare ma alla fine la delusione che ti ritrovi negli occhi è l'ultima soglia del reale: quella che ti rigetta addosso un non voler accettare l'amaro, l'acido, il vuoto e il mancato integrare.
L'unica cosa che resta è l'esserci nel momento presente nonostante tutto, viverlo interamente senza distrarsi, abbracciandosi con tenerezza nell'impossibilità di riuscire a salvare tutti tranne che se stessi ...dire si gentilmente, piangere tutto ciò che c'è da fare e continuare a vivere perché non sia vano nessun tentativo di migliorarsi ma non sia sprecato nemmeno quello di sentirsi più vicini alla parte più umana di sé ...come quando fuori piove, con ombrello o senza non smetterà comunque per non bagnarci più...forse lo farà quando offriremo il viso o forse quando senza meta cammineremo riuscendo ad offrire comunque il riso...
P.
"E tutti quei ricordi andranno persi nel tempo come lacrime nella pioggia..." Blade Runner