Quante volte ti è successo di parlare, convinto che hai in pugno l'attenzione del tuo interlocutore, invece fai una magra figura, per non dire pessima?
L’altro si gira, non curandosi di te e delle tue osservazioni, proprio quando quella stessa informazione per te risultava essere brillante, entusiasmante per non dire interessante?
Beh se ti è successo, era il caso di dire: e cu parrò … ‘u paracquaru?
Ancora ora si sconosce il perché della bizzarra esclamazione siciliana, ma proviamo a dargli un senso, andando a ritroso nella storia.
Il paracquaru, anticamente era un mestiere. In un epoca in cui, ogni cosa acquistata era una conquista e di conseguenza non la si buttava, esistevano i mestieri “di riparazione”.
Si definiva paracquaru colui il quale riparava gli ombrelli rotti. Il paracquaru era solito percorrere le vie del paese per ritirare gli ombrelli rotti. Evidentemente in pochi gli prestavano ascolto e da li il detto siciliano.
Una spiegazione possibile vero?