L’altra sera ho costretto convinto il Marito ad andare al cinema dopo mesi. Non si può dire che a lui piaccia: la sera è obiettivamente stanco (va detto che si fa “un mazzo tanto”, sia a lavoro che a casa) e il cinema lo fa addormentare.
Detto ciò, però anche io ho le mie “esigenze” e quindi ogni tanto, da brava moglie, lo obbligo induco ad accompagnarmi. Siamo andati a vedere Midnight in Paris di Woody Allen. Ne abbiamo parlato anche qui, sul blog ed è un film davvero delizioso con dei tratti di genialità. Ci saremmo andati anche da soli, in un cinema vicino casa, ma abbiamo preferito coinvolgere altre due coppie di amici che però abitano distanti da noi. Quindi d’accordo con tutti abbiamo deciso di cambiare cinema. Un po’ l’orario (con i bambini da soli in casa in autogestione) un po’ l’ansia da parcheggio, fatto sta che mi sono lasciata convincere dal Marito ad andare in metropolitana. D’altra parte in 20 minuti di tragitto saremmo arrivati.
Peccato però che come l’infida Laura l’altro giorno non ha detto al suo di Marito, che il film The Artist era un film muto, così il mio infido marito ha omesso il fatto che al ritorno la metropolitana sarebbe stata chiusa (si, lasciamo perdere che in una città [pseudo] civile come Roma, la metropolitana la sera chiuda alle 21.30!).
E quindi, terminato il film (22.30), dopo esserci trattenuti 10 minuti a chiacchierare con i nostri amici, ci siamo avviati (22.45) verso piazza Cavour a prendere l’87. Da lontano l’abbiamo visto al capolinea e abbiamo anche corso per essere sicuri che non partisse. Siamo saliti, abbiamo timbrato i nostri biglietti, ci siamo seduti sull’autobus semi deserto e… abbiamo aspettato ben 20-minuti-20 prima che l’autista si decidesse a partire.
Roma era un delirio. Si, occhei che era un prefestivo (il 5 gennaio) ma a tutto c’è un limite. 45 minuti di tragitto per un percorso di 6 km. In una normale giornata di traffico ci avremmo impiegato mezz’ora al massimo. E in più per un autobus che parte ogni mezz’ora dal capolinea ci saremmo aspettati un mezzo semivuoto! E invece neanche questo: la bolgia umana! Nemmeno all’ora di punta!
Comunque appena partiamo telefono a mio figlio per chiedergli di accendere il forno e il fuoco sotto un pentolino d’acqua che avevo preparato prima di uscire.
[Piccola digressione: nonostante la giornata casalinga, mi ero scordata di fare il pane con l’impasto che lievitava dalla mattina. Quindi l’ho fatto il pomeriggio, e prima di uscire ho predisposto l’ultima lievitazione, d’accordo col Figlio Grande che tornando a casa l’avrei chiamato per fargli accendere il fornello e il forno (che ha dei tempi stralunghi per raggiungere la temperatura!), in modo che al mio ritorno avrei potuto cuocere direttamente le baguette]
Arrivo a casa, come dicevo a mezzanotte e preparo il pane per la cottura: spennellatura di sale e acqua e i classici tagli. Faccio per infornare e… SALVOGNUNO!!!!! Mi accorgo che il Figlio aveva girato solo una delle manopole del forno, limitandosi solo ad accendere la luce interna! Quindi ricomincia daccapo col rischio che il pane si spatasciasse dopo 4 ore di lievitazione… A mezzanotte e quaranta, finalmente caldo il forno, metto a cuocere le baguette, dopo naturalmente aver svegliato i vicini coi miei urli per mandare a letto i bambini che nonostante la tarda ora pascolavano ancora tranquillamente per casa, avendo acquisito durante queste vacanze il fuso orario di New York!Vado a letto all’una e dieci chiedendomi chi me l’avesse fatto fare di proporre al Marito di andare al cinema! Ma tant’è: se ne riparlerà l’anno prossimo a episodio dimenticato!