Come sconfiggere la Crisi e vivere ricchi e felici (ovvero spremutizzare un succo)
Creato il 25 giugno 2012 da Ilgrandemarziano
Qualche giorno fa ero nella sala colazione di un grande albergo francese e ho avuto l'idea più geniale che potesse capitarmi. In genere non è mia abitudine essere presuntuoso, ma stavolta... Perché come sempre succede in questi casi a un certo punto mi sono trovato di fronte ai distributori dei succhi di frutta ("jus de pomme" [mela], "jus de pamplemousse" [pompelmo], "jus d'orange fraise" [arancia fresca]) e, sebbene mi piacciano davvero molto tutti e tre, alla fine ho scelto il terzo, per ben due mattine consecutive, senza stare neanche troppo a pensarci su. E sapete perché? Semplice. Perché preferendo le spremute ai succhi, in quanto considerandole ovviamente più fresce e sane, e potendo vedere il liquido in trasparenza dentro il distributore, il cui aspetto è dunque determinante nella scelta, quello di arancia, con la parola - manipolatrice - "fresca", si vedeva che aveva i pezzettini in sospensione, avete presente?, proprio come nelle spremute, quindi ho pensato che fosse davvero più fresco e genuino, persino fatto al momento (senza tenere in debita considerazione che in francese spremuta d'arancia è orange pressée).
Così, mentre sgranocchiavo il mio pain-au-chocolat impastato a Quito, surgelato a Taiwan e scongelato a Lione, ho pensato che, come ci sono centinaia di società che diventano ricche vendendo agli alberghi i vari gadget che per lo più nessuno usa, ma con cui tutti si riempiono i trolley con somma goduria (saponette, doccia-shampoo in gel, ciabatte monouso, penne, cuffie da doccia, spugnette per la pulizia delle scarpe, ecc.), si potrebbe vendere agli hotel un prodotto che surroghi quei pezzettini fibrosi di agrume che si trovano in sospensione nelle spremute, da utilizzare come additivo ai succhi industriali di limone, arancio e pompelmo, per renderli davvero freschi! Facile no? Dunque dal punto di vista operativo, sono giunto alla conclusione che li si potrebbe fare di plastica atossica biodegradabile (che peraltro nel contempo potrebbero essere d'aiuto nella pulizia dell'intestino), oppure di soia opportunamente trattata e sminuzzata (che peraltro nel contempo potrebbero essere d'aiuto a regolarizzare le funzioni dell'intestino), magari con una bella aggiunta di vitamine assortite, in comodi barattoloni da cinque chilogrammi. L'importante è che siano totalmente anallergici, che non siano di derivazione animale, che siano kosher e siano gluten-free, milk-free, pork-free, alcohol-free, egg-free e fat-free (non possiamo mica permetterci di perdere il mercato di vegetariani, ebrei, musulmani, ipertesi, diabetici, celiaci, daltonici ecc. ecc.).
Così alla fine li ho (già) brevettati tutti e due, ragione per cui posso parlarvene. Il primo, quello in plastica atossica biodegradabile, è dunque decisamente il più a basso costo, per gli hotel che vogliono mantenere un modesto profilo dal punto di vista dei costi, senza però rinunciare alla qualità verso i loro clienti. L'altro è più orientato verso gli hotel di lusso (dalle **** in su, per intendersi) che vogliono vantare un approccio Eco & Bio e per questo non badano troppo a certe spese. Nel complesso ho già ordinativi per tre anni e in questi giorni sto avviando la produzione massiccia in un impianto in Bolivia, uno in Senegal e uno in Indonesia. Qualche minuto fa ho aperto le trattative con la Cina per un prodotto analogo a base di riso da far produrre alla Foxconn di Longhua. Le prime consegne avverranno tra meno di tre settimane. Il prodotto è già stato approvato ufficialmente anche da Pierre Dukan (e ha preteso solo un misero 2% di royalties).
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