Magazine Diario personale

Come se niente fudesse

Creato il 02 aprile 2013 da Lavostraprof

Non so se vi capita, di andarvene per strada a di perdervi in certe reminiscenze. A me capita anche in classe, per dire. Così mi trovo davanti Frontman che spiega di aver dimenticato a scuola il libro sul quale doveva studiare e di aver lasciato a casa il libro sul quale doveva fare il compito (chi si ricorda di Frontman? È ancora lì che rompe, sapete?), insomma, me lo trovo lì e mi viene da declamare: “eh, sì, tonto, adesso arrivi qui e come se niente fudesse…”, e lui fa la faccia contrita ma non ha capito niente.
Magari anche le giuovani, qui, che stan leggendo, non lo conoscono nemmeno loro, il Riccardone one one. Ovviamente. Un po’ come se, con il gruppo di tonti che mi segue in biblioteca, mi voltassi a chiedere: “come mai non siamo in otto?”, e mi aspettassi la giusta risposta. Che è solo una.
Poi magari mi viene il nervoso perché non mi ricordo se era Riccardone o Caio Gregorio.
E qui parte la seconda reminiscenza.
Cioè, il contrario: la smemoratezza.

il dottor James Kildare

il dottor James Kildare

Perché stamattina sono andata in giro con il figliolo a cercare scarpe e intanto cercavo anche il nome del dottor Kildare.
Il vero nome. Perché che era il dottor Kildare me lo ricordavo. Credo sia stato il primo a suscitare il mio interesse verso la specie umana maschile. Sì, ho cominciato presto. E anche se ora tutti son lì a dire: padre Ralph, padre Ralph, io mi ricordo, sì, mi ricordo che, soprattutto, bello come il sole, lui era il dottor Kildare. Che in realtà lo cercavo (il nome) perché, in auto, ascoltavamo l’ouverture 1812 di Čajkovskij e mentre spiegavo al figliolo che gli squilli qui e là erano della marsigliese e lui mi spiegava che, sì, era tutta una variazione sul tema, mi era anche venuto in mente quel film, che forse si intitolava “L’altra faccia dell’amore” o forse no, e mi era venuto in mente perché quel bello del dottor Kildare aveva anche recitato come Čajkovskij.
Insomma, alla fine il nome mi è venuto in mente quando eravamo quasi a casa.
Per dire: Internet, se non c’è devi far andare il cervello.
Ma insomma, tra Riccardone, Richard (Chamberlain, va che caso, Riccardo tutti e due) e alcune battutone di Mafalda o Calvin, fatto sta che c’è tutto un mondo condiviso che non condivido più.
Meglio, che non condivido con le nuove generazioni.
E mi chiedo se le nuove generazioni hanno tutto questo sottofondo, fecondo mappamondo di qualità e battute e modi di dire che hanno resistito per anni. Io non lo vedo. Mi piacerebbe che l’avessero.
Non so, adesso, per esempio, io riprendo scuola e faccio un po’ di filosofia e porto in classe le strisce di Calvin e Hobbes.

Senza nemmeno scusarmi per lo scherzo scemo di ieri.



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