Quante volte nel praticare eseguiamo una tecnica usando la forza perché vogliamo fare quella tecnica a tutti i costi? Spesso, ancora prima di capire il tipo di attacco di uke, di aver percepito il suo movimento e la direzione impressa, abbiamo già deciso che faremo una tecnica piuttosto di un’altra. Ciò significa non ascoltare il compagno, significa chiudersi nel proprio guscio protetto dalle proprie certezze. Significa non accettare quello che uke tenta di darci. Il motivo? Scopriamolo insieme…
Può darsi sia per la paura di non essere in grado a dare una risposta efficace al compagno. Perciò reagiamo irrigidendoci, creiamo un muro tra noi non lasciando passare nulla. Vogliamo a tutti i costi e con forza allontanare da noi, dal nostro cuore, dalla nostra anima, la richiesta che uke ci sta presentando. Succede poiché questa richiesta/problema potrebbe farci soffrire e quindi, dato che l’uomo rifugge il dolore, cerchiamo rapidamente una soluzione per allontanare il prima possibile quello che potrebbe essere fonte di un eventuale ferita.
Max Gandossi, caposcuola Tendo-ryu, in un suo articolo ha scritto: “Quando qualcuno ci parla dei propri problemi, prima di fare Ikkyo spingendolo contro il muro o per terra, possiamo prenderci il lusso di ascoltare, ascoltare le parole e le emozioni di chi ci parla e ascoltare le nostre mentre vibrano per effetto di quelle parole e sentire che effetto ci fa. Anche in questo caso dal trattenersi dall’intervento proviene una grande forza, una forza che tutto muove, insieme.”
Nell’aikido… nella via del budo che abbiamo intrapreso non c’è spazio per l’egoismo. Non ascoltare è quindi contrario al budo poiché è egoistico. Praticare senza ascoltare è egoistico, poiché ci concentriamo solo sulla tecnica, solo sui noi stessi, non accettiamo il compagno ma vogliamo imporre il nostro essere sul suo, lo vogliamo sopraffare a tutti i costi. Non lo ascoltiamo, non lo comprendiamo e quindi non accettiamo la sua individualità, i suoi sentimenti, le sue idee. Vogliamo chiudere la tecnica che ci siamo prefissati nella mente anche a costo di far male al nostro uke. La nostra mente si focalizza esclusivamente sul nostro benessere, sulla nostra felicità, ritenendo quella altrui non meritevole della nostra attenzione… Anzi il benessere/la felicità del compagno di pratica/vita diventa un ostacolo da eliminare o sottomettere per soddisfare il nostro egocentrismo. Questo non è aikido; questo non è budo.
Senza ascolto non ci può essere armonia, ma solo un arido deserto nelle relazioni interpersonali. Senza ascolto non può esserci aikido, se uke non si muove, se uke non ci parla attraverso il suo movimento, tori non ha necessità e quindi non deve applicare una tecnica, altrimenti si propugnerebbe la violenza, l’egoismo, la volontà di sopraffazione. Se uke parla tori deve semplicemente ascoltare con il cuore, con la mente e con l’anima… Qui allora c’è aikido; qui allora c’è il budo!
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