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>>Come si distrugge la domanda interna?

Creato il 04 novembre 2013 da Felice Monda

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Come si distrugge la domanda interna?

Alzi le tasse e svaluti i salari. Così la gente non ha più soldi e compra di meno. Ma non basta: lo Stato potrebbe sempre alzare la spesa a deficit, cioè investire sui cittadini, mediante politiche sociali (esempio: reddito di cittadinanza) o creando lavoro. E allora cosa facciamo? Semplice: inventiamo il pareggio di bilancio e lo mettiamo addirittura nella Costituzione, così da rendere impossibile qualunque ripensamento. Era l’equazione che ci avrebbe matematicamente reso più poveri (vedi “La formula che ci inchioda“). Ricordate? Se costringi la somma delle entrate e delle uscite di uno Stato ad annullarsi a vicenda, allora se punti sulle esportazioni devi per forza massacrare i portafogli. E’ quello che ha fatto Monti. Perchè?

Che significa “una domanda attraverso l’Europa”? Significa innanzitutto diventare un centro di produzione a basso costo per i ricchi paesi del nord (Germania in testa), una specie di Cina europea, così da non essere costretti a comprare dai trafficanti di diritti di Pechino, per togliere il mercato all’oriente spregiudicato. Lo fai diminuendo i costi di produzione, e siccome le materie prime le paghiamo sempre uguale, bisogna pagare di meno gli stipendi e diminuire i diritti (vi dice niente la battaglia per la modifica dell’articolo 18?). Come li costringi, i lavoratori, ad accettare uno standard di vita meno dignitoso? Li getti nella crisi più nera, svendi tutto il patrimonio di economia nazionale e permetti ai nuovi padroni di delocalizzare all’estero. Gli togli le case con Equitalia. Costringi le fabbriche a chiudere: meno offerta di lavoro uguale più domanda, cioè milioni di persone senza reddito disposte a qualunque cosa pur di avere un tozzo di pane. Significa anche che se i tedeschi basano tutta la loro economia sull’export, hanno bisogno di comprare a prezzi accettabili: con un euro forte, tagliato su misura per le loro tasche, venire a fare shopping in Italia è come andare all’outlet nel periodo dei saldi. E significa anche, nel quadro di strategia geopolitica occidentale, trovare alternative per limitare lo strapotere commerciale dei brics, e magari togliere potere a quella Cina che detiene la maggior parte del debito americano. Prendi un Paese massacrato dal debito pubblico, ricattabile, ma anche industrializzato, dunque con le possibilità e le competenze produttive per soddisfare la tua domanda, e lo trasformi in una miniera a basso costo. Un piano iniziato negli anni ’80, ai tempi di Kohl e Mitterrand (vedi: “Il funzionario oscuro che faceva paura a Kohl” e “Come ci hanno deindustrializzato“).

Un disegno criminoso, deciso sulla testa dei popoli, senza consultarli. Una strategia complessiva che fonda tutte le sue possibilità di riuscita sull’esistenza di una élite di potere che domina incontrastata, attraverso il controllo della meta-finanza (EFSF, MES, LTRO, FISCAL COMPACT, REDEMPTION FUND…) e attraverso la costruzione di un’unica, enorme, sovranazione dove il controllo democratico è inesistente (e dove i think-tank sostituiscono i parlamenti), alla quale le evoluzioni dei socialismi europei hanno venduto l’anima, nell’illusione iniziale (condivisa con la Casa Bianca) di impedire l’ascesa di nuovi autoritarismi e di riuscire finalmente ad assicurarsi la vittoria politica che cercano da un secolo: creare una “Internazionale” finalmente vincente e definitiva. Un progetto che ha come termine ultimo la nascita degli Stati Uniti d’Europa, nei quali l’Italia diventa la Calabria e Helsinky la Lombardia.

http://www.byoblu.com/

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