Magazine Diario personale

Come si è potuti arrivare a questo punto?

Da Aquilanonvedente

Non abbiamo bisogno di vedere queste scene in Parlamento.

Viene da chiedersi: ma come abbiamo/hanno potuto arrivare a questo punto?

Dov’è finita la ragione?

Io sono meglio di loro.

E conosco tante persone che sono mille volte meglio di loro.

Che vivono con poche centinaia di euro al mese.

Che pagano le imposte e le tasse.

Che non scendono in strada a spaccare tutto.

Che sono persone per bene, insomma.

Al contrario di questa marmaglia.

vignetta

Ma lo sapete cos’ha scritto qualche settimana fa  Innocenzo Cipolletta (che notoriamente non è un economista comunista) su L’Espresso?

Che in Europa si pensa che per fare ripartire l’economia sia necessario ridurre la spesa pubblica e le tasse, come si è fatto dopo la crisi economica degli anni settanta, per trent’anni.

E invece secondo il Cipolletta (che notoriamente non è un economista comunista) ciò che era utile prima, non è detto che lo sia anche oggi.

Anzi, oggi c’è un eccesso di deregolamentazione. Più utile, secondo lui, è mantenere una spesa pubblica orientata al sostegno della domanda interna, il che significa un reddito per chi ha perso il lavoro e finanziamenti per le infrastrutture.

Abbassare le tasse, secondo il Cipolletta (che notoriamente non è un economista comunista), significa dare qualche soldo in più a chi ha già un reddito. Il risultato non sarà un aumento della domanda, ma un aumento del risparmio precauzionale, data la forte paura del futuro. Questo invece è il momento di agire con la spesa pubblica.

C’è chi dice che tasse e spesa pubblica in Italia siano a livelli così elevati che vadano comunque abbassati.

“Certamente siamo a livelli elevati – scrive il Cipolletta (che notoriamente non è un economista comunista) – ma al di sotto di altri paesi e comunque prossimi alla media europea. Invece di insistere sulla riduzione della spesa pubblica, sarebbe necessario insistere con forza su una sua riqualificazione per ottenere servizi decenti.” Cosa necessaria “per ridurre le diseguaglianze“.

Per una famiglia italiana che viva con duemila euro al mese di reddito vale più avere una buona scuola, una buona sanità, una buona pensione e buoni servizi di trasporto, che disporre di 100 o 200 euro in più al mese nelle proprie tasche“.

Ci ha ragione il Cipolletta ( che, se ancora non lo si fosse capito, non è un economista comunista), ma per avere servizi pubblici più efficienti occorrono politici seri, che tirino su dirigenti pubblici seri, che guidino e organizzino dipendenti pubblici seri.

Cosa che in Italia è impossibile…

Patti…



Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog