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Come si legge un libro per Harold Bloom

Creato il 19 ottobre 2014 da Imago
Come si legge un libro per Harold BloomCome si legge un libro? C’è un modo giusto e uno sbagliato? E soprattutto perché lo si legge? Harold Bloom, uno dei più influenti e autorevoli critici letterari al mondo, docente alla Yale University e autori di saggi che, a distanza di anni (pensiamo aIl canone occidentale), sono ancora oggetto di discussione da entrambi i lati dell’oceano Atlantico, si è posto molte volte questi interrogativi. Da portatore devoto del demone della lettura e sistematizzatore di professione, Harold Bloom parte dalla domanda più importante per un lettore: perché leggere? Risposta: per prepararsi al cambiamento. Perché chi legge un libro è alla ricerca di una storia e, come ha raccontato in un incontro con i suoi lettori Alessandro Baricco qualche anno fa, questa ricerca nasce dalla necessità di esplorare nuovi mondi o semplicemente nuovi modi di essere, in cui ritrovare sempre un pezzetto di se stessi. Al lettore un unico sistema di esperienze non basta, così si sdoppia, si frantuma in particelle di se stesso che possono aggrapparsi al personaggio di turno e vivere con lui una scoperta. È così che il lettore trova in sé nuovi e inattesi interessi, magari più importanti e reali di quelli che ha seguito fino a quel momento. Ma ogni viaggiatore che si rispetti ha bisogno di alcuni strumenti per non perdersi. La bussola che offre Bloom ai suoi lettori è basata su alcuni principi[1]:Usando i principi di Harold Bloom come volano, potremo leggere in profondità «non per credere, non per accettare, non per contraddire, bensì per imparare a partecipare dell’unica natura [dell’uomo] che scrive e legge.» Diventeremo sublimi lettori e potremo chiederci di nuovo e con molta più consapevolezza: come si legge un libro? La ricerca è fortunatamente infinita ed è un piacere assai difficile.  


[1] dal saggio Come si legge un libro (e perché) di Harold Bloom – edizioni BUR 2001.



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