Come si può comunicare il Design?

Creato il 02 dicembre 2011 da Harimag

Come non rispondere ad una domanda.

Giovedì 24 Novembre: il mio primo approccio al “mondo reale”, il mio primo contatto con il mondo della produzione, con i suoi protagonisti e con le loro storie.  Mi trovavo infatti alla sede provinciale  dell’ADI, Associazione per il Disegno Industriale, circondata da gente che ha già in mano ciò che il mio cuore desidera.

Come si può comunicare il Design?

Questa la domanda, per nulla scontata, posta dal presidente dell’ADI Sicilia, l’architetto Vincenzo Castellana, sicuramente uno tra i più modesti animi riuniti quella sera, in occasione di un’assemblea indetta quasi per caso: un invito ai partecipanti a riflettere e confrontarsi su questo tema.

Una domanda chiara e diretta che ha attirato da subito la mia attenzione. Pensavo: “ sono attorno allo stesso tavolo che accoglie Tito e Marzio d’Emilio, Giorgio Tartaro, Andrea Lupi, Piergianni Giani e altre figure sicuramente più avanti di me, sono certa di potermi arricchire ascoltando le risposte,  il loro fondamentale punto di vista… Chi meglio di loro può rispondere? Loro che ogni giorno, da anni, vivono e toccano il design.”

In realtà l’avevo fatta troppo facile: ogni intervento diventava un soliloquio, non si apriva nessun dibattito sulla domanda posta e così ho cominciato a rassegnarmi credendo di non poter più raccogliere informazioni. Non capivo: ero io ad essere fuori luogo o lo erano le risposte che sentivo?!

E così ho cominciato ad ascoltarli senza seguire un filo logico e devo dire che ne sono rimasta sorpresa e affascinata: ognuno di loro dava testimonianza dell’esperienza passata e continua sul proprio campo! C’era chi si occupava di resine, chi di sanitari, arredi, domotica; ed ognuno mi comunicava uno spirito adatto all’esercizio di questa professione: c’era l’umile, lo sfacciato, l’esuberante … I comportamenti stavano rispondendo più delle loro parole: ognuno comunicava, in un certo senso, la propria percezione del design.

Penso che chi lavora col design debba mantenersi “giovane” e quando parlo di giovinezza intendo quella interiore, quella del pensiero; in altre parole deve essere sempre pronto ai cambiamenti e all’ apertura verso l’altro, deve accettare le critiche e saper criticare ed io ero proprio seduta attorno a un tavolo decisamente “eccentrico”, dove nessuno temeva la contestazione.

Anche se a conti fatti non si è davvero parlato di come si può comunicare il Design,  ho comunque recepito una piccola risposta:  “Il design non lo puoi avvicinare alla tua personalità anzi è già la tua personalità”. Dunque uno dei modi per comunicare il Design è la soggettività stessa del designer, viceversa il design finale è il manifesto del carattere di chi lo fa.

Roberta Pellegrino


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