Con sindrome dell’occhio secco ci si riferisce a una patologia oculare piuttosto comune che può essere caratterizzata da ipolacrimia o da dislacrimia. Nel primo caso il problema è legato a una produzione di lacrime insufficiente, mentre nel secondo caso la produzione è quantitativamente sufficiente, ma si ha un’eccessiva evaporazione.
A prescindere da ciò, in chi è colpito da questa patologia si ha una riduzione più o meno marcata del comfort visivo poiché il film lacrimale ha sia funzioni umettanti e lubrificanti, sia funzioni protettive da agenti esterni (batteri e altri elementi patogeni).
Le cause alla base di ipolacrimia o dislacrimia possono essere le più svariate, tra le quali patologie oculistiche; possono inoltre esserci fattori aggravanti che determinano un peggioramento della sintomatologia e quindi del comfort visivo.
Per quanto riguarda la terapia, data per scontata la necessità di trattare la patologia sottostante, è fondamentale il ripristino del film lacrimale ricorrendo a colliri come Ocutears a base di acido ialuronico cross-linkato (HA 0,4%), sostanza che imita le lacrime naturali, rimanendo in posizione più a lungo e fornendo un sollievo prolungato dai fastidiosi sintomi che caratterizzano la sindrome.
Occhio secco: quali sono le cause?
Le sindromi dell’occhio secco possono essere distinte in due grandi categorie: primarie e secondarie.
Si parla di sindrome da occhio secco primaria se tale condizione rappresenta la manifestazione oculare di una malattia sistemica; in particolare l’occhio secco può essere dovuto a serie patologie autoimmuni quali la sclerodermia, il lupus eritematoso sistemico, la sindrome di Sjögren, l’artrite reumatoide ecc.
Si parla invece di sindrome da occhio secco secondaria, nel caso in cui la condizione sia secondaria a condizioni patologiche e no. A questo proposito si possono citare malattie come la blefarite e la congiuntivite, l’uso improprio e/o prolungato di lenti a contatto, la ridotta secrezione lacrimale legata all’età, l’insufficiente idratazione generale, i tumori della ghiandola lacrimale, gli interventi chirurgici oculistici, la carenza di vitamina A ecc.
I segni e i sintomi della sindrome dell’occhio secco
Il termine sindrome sta a indicare tutto un insieme di sintomi e segni che costituiscono le manifestazioni di una determinata condizione patologica. In effetti, nel caso dell’occhio secco, si registra una sintomatologia alquanto variegata che può essere più o meno accentuata a seconda dello specifico caso.
Tra i sintomi e i segni che vengono riferiti più comunemente si ricordano il bruciore oculare che può essere più o meno intenso, l’arrossamento della sclera (ovvero della “parte bianca” dell’occhio), la sensazione di “sabbia” o di corpo estraneo nell’occhio, il dolore agli occhi, l’annebbiamento visivo, la difficoltà nell’aprire le palpebre al momento del risveglio, la fotofobia (ovvero l’eccessiva sensibilità alla luce) ecc.
Non è detto che tutte queste manifestazioni siano contemporaneamente presenti; nei casi più lievi alcuni di questi sintomi e segni sono discontinui e possono essere scatenati o accentuati da determinate condizioni, mentre nei casi più gravi il problema è generalmente cronico.
Sindrome dell’occhio secco: come si interviene?
Come accennato, quando la sindrome dell’occhio secco è legata alla presenza di una malattia sottostante è in primis fondamentale trattare la patologia di base poiché si avrà una riduzione di tutte le manifestazioni cliniche a essa legate. I fastidi legati ai vari sintomi e segni possono essere alleviati con colliri appositi, lacrime artificiali e gel umettanti. Questi presidi sanitari ripristinano il livello di film lacrimale riducendo la disidratazione oculare e conseguentemente le fastidiose manifestazioni che la caratterizzano.
Esistono colliri con formulazioni diverse e si può chiedere al medico curante o all’oculista di fiducia quale sia la scelta più consona al proprio caso.
È poi fondamentale assicurare all’organismo la corretta idratazione generale; è quindi molto importante assumere quotidianamente almeno 2 litri di acqua (o anche di più nel caso di attività che comportano un’abbondante perdita di liquidi).
Chi opera quotidianamente davanti ai videoterminali deve prendersi varie pause, anche brevi, per far riposare la vista. La secchezza oculare è un problema comune per chi lavora per diverse ore davanti allo schermo di un computer perché tende ad ammiccare meno e, conseguentemente, umidifica l’occhio in misura minore. Anche in questo caso sono d’aiuto colliri che imitano le lacrime naturali.
Anche chi si trova a stazionare a lungo in ambienti eccessivamente secchi dove sono in funzione impianti di condizionamento o di riscaldamento deve provvedere a umidificare periodicamente gli occhi.
È infine molto importante evitare di stazionare a lungo in luoghi polverosi, inquinati o molto ventosi; quando ciò è necessario si proteggano gli occhi con occhiali da sole e si utilizzino eventualmente colliri o lacrime artificiali.