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Come sopravvivere e apprezzare una festa indiana

Creato il 28 settembre 2015 da Sopravvivereinindia @svivereinindia

In questi giorni sono andata più volte in centro a vedere le cerimonie dedicate a Ganesh. Per farvela spiccia Ganesh è uno delle più importanti divinità indiane, solitamente viene pregato per primo, è intelligente, figlio di Śiva e Parvati e va in giro in sella ad un topo. (Questo è il riassunto più riassunto che sono riuscita a fare per il resto vedetevela voi che io non posso mica fare tutto!)

La grande novità non sta tanto nel fatto che gli indiani hanno festeggiato una divinità per dieci giorni, facendo il macello in strada, montando dei palchi nei posti più impensabili, riempiendo la città di colori e lustrini che in confronto la fiera del kitch è una roba da poracci. No, la cosa strana (e bella allo stesso tempo) è che anch’io finalmente ho sentito sta benedetta spiritualità che circonda questo paese!

Naturalmente, questa ricercatissima spiritualità, l’ho sentita a modo mio, ci sono arrivata attraverso un percorso e dei ragionamenti miei che forse a voi non diranno niente. Non mi sono sentita più vicina a Dio, non sono diventata induista e non credo neanche di diventare sadhu, anche perché io sono donna e sadhu non so mica se posso diventarlo! Credo solo di essermi avvicinata agli indiani… no, non li amo di più e neanche li capisco davvero, ma forse li ho visti nella loro vera natura!

Cosa significa partecipare ad una festa indiana? Io cerco di spiegarvelo a parole mie ma è una cosa che dovreste vedere. Intanto ci sono persone di qualsiasi casta, tutte assieme, tutti sono vestiti con i tipici vestiti da festa, quei vestiti che il Divino Otelma ha cercato di copiare per anni, non riuscendo però a trasmettere il vero kitch indiano. Se volete saperlo, il segreto sta tutto nell’indossare vestiti puliti ma non lavarsi mai, funziona lo giuro!

Durante queste feste nessuno finge di essere chi non è, questo vale anche per gli aspetti negativi. Per esempio la donna arricchita non fa finta di essere occidentale atteggiandosi da chissà chi ma ritorna indiana vera, lo stesso per il maschio indiano- globalizzato. Via la camicia e la cravatta, libera il vestito pailettato, scarpa a punta, rutto libero e sputata di tabacco pronta. Tutti gli indiani fanno pace con il loro lato indiano, ed è bellissimo. Sì è bellissimo, perché tu sei in mezzo a qualcosa di diverso e di antico, ma antico veramente. La gente partecipa attivamente e anche i bambini ballano, sono tutti super maleducati, ti spingono, sputano, urlano, non rispettano una fila che sia una, ma è bello! Non so come spiegarlo, ma è come se tu fossi veramente in mezzo a qualcosa di grande, forse non sarà bello questo caos, può piacere o no, ma almeno è autentico. È l’India vera. Attenzione, non sto parlando di certe pagliacciate organizzate ad hoc per i turisti, i balletti e le fregnacce super pulite e ordinate per i soli occidentali, io parlo di feste vere! Per esempio sono andata ad una festa in orfanotrofio in cui le uniche non indiane eravamo io ed una francese, anche in quel caso balli, canti, caos, nessuno che stava seduto sulla sedia, nessuno faceva silenzio, ad un certo punto tutti erano ammassati sul palco a fare foto, però questo tipo di casino è bello, è autentico, è una cosa loro. Anche qui la globalizzazione si è porta via tantissimo, poi sono arrivati gli hippie con Osho, poi le fabbriche, internet e via dicendo. Di sicuro Pune non ha ancora scelto da che parte vuole stare, io intanto partecipo e fotografo quel poco che ancora sopravvive, e non vuol dire che la globalizzazione in questo paese ha portato solo merda, solo ci vorrebbe più equilibrio. Lo stesso equilibrio che spero trovi l’Italia anche perché uno dei miei incubi peggiori è quello di tornare e trovare al posto del mio bar preferito uno schifosissimo Starbucks, che per carità farà anche tanto USA ma i frappuccini beveteveli quando andate in qualche paese in cui il caffè fa veramente tanto cagare!

P.s le foto le trovate nel profilo instagram “sopravvivereinindia” che aggiorno con amore e dedizione!

P.p.s Belli miei, spiritualità o no io vivo nel terzo mondo e sapete quanto ci metto a caricare una foto nel blog?! Faccio a tempo a morire e reincarnarmi cento volte!


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