Come sta Michael Schumacher?

Inutile lanciarsi in previsioni speranzose salvo poi ritrovarsi a chiedersi cronicamente a distanza di un mese: come sta Michael Schumacher? Pareri di chirurghi, medici, luminari, che spesso cozzano tra di loro e non chiariscono affatto il quadro.
Lo incupiscono. Il medico della Formula 1 Gary Harstein diceva che “più tempo Michael passa in coma, e più diminuiscono le speranze che si riprenda”. Era il 31 marzo scorso. Poi l’ultra-informata e fonte prima d’informazioni attendibili Sabine Kehm, manager del tedesco, aveva rincuorato tutti: “Ci sono dei piccoli progressi che ci danno coraggio. Si è detto che Michael sarebbe un caso senza speranza, e che fosse ormai inutile tenerlo in ospedale, ma sono tutte voci senza fondamento”. Era il 13 di aprile.

Dichiarazioni rilasciate proprio alcuni giorni dopo gli attimi di coscienza riscontrati e registrati nel recupero dell’ex campione. Ma resta inutile fare previsioni. Michael Schumacher riposa nel letto di Grenoble dalla fine del dicembre 2013 e i mesi trascorsi in coma sono quasi cinque. La situazione ad oggi è questa.

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Da gennaio i medici hanno iniziato a ridurre progressivamente e lentamente i sedativi per indurlo a risvegliarsi dal coma indotto, per sollecitare soprattutto il cervello, si sono sforzati di ricondurlo all’autosufficienza: hanno provato a staccare le macchine che provvedono alle sue funzioni vitali. L’ex compagno di scuderia Felipe Massa aveva notato segni di reazione durante la sua visita in ospedale di febbraio. Erano poche settimane prima della versione ufficiale della Kehm nella quale annunciava i progressi di aprile.

Non è escluso che a giorni possano arrivare novità sullo stato di salute di Michael Schumacher. Che è migliorato rispetto al 29 dicembre 2013, quando le condizioni critiche del tedesco avevano fatto pensare al peggio. Oggi la situazione è migliore ma apparentemente stabile. E il risveglio procede, purtroppo, con una lentezza estenuante.

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