Magazine Creazioni

Come stabilisci il prezzo del tuo "fatto a mano"?

Da Decoriciclo
Come ho accennato qualche settimana fa nel mio post su Dawanda, da qualche tempo medito di aprire un mio negozio virtuale.
Una delle cose che trovo più difficile nel vendere il "fatto a mano" è quella di stabilire un prezzo giusto per le proprie creazioni, che non sia cioè né troppo basso, cosa che accade alla maggior parte di chi produce e vende handmade, né troppo alto.... cosa che in effetti mi capita di vedere molto raramente.
Era già difficile all'epoca in cui avevo un mio laboratorio artigianale aperto al pubblico, il che accadeva circa una quindicina di anni fa. L'avevo avviato nel mio piccolo paese, e la realtà così circoscritta non è stata certo di aiuto.... in aggiunta alle ingenti spese di gestione e di tasse, e forse anche alla mia inesperienza. Ma il motivo più rilevante che mi ha portato a chiuderlo è stata la scoperta di un nuovo lavoro, cioè l'animazione per anziani in una casa di riposo.... ma questa è un'altra storia.
Dicevo della difficoltà di stabilire un prezzo alle creazioni artigianali. Vi chiedo: Voi come vi regolate?

http://www.prontovignetta.com/


Ho già condiviso sul mio g+ un post di Alessia che mi sta facendo ulteriormente riflettere sulla questione da un paio di giorni. Lei ha pubblicato una formula matematica per stabilire con precisione il prezzo di vendita di ogni creazione, sia all'ingrosso (per esempio per chi lascia le proprie creazioni in conto vendita presso alcuni negozi) che al dettaglio, cioè per chi vende direttamente i propri manufatti on line o nei mercatini.
Ma, nonostante la precisione della matematica, dalla quale in effetti non si può né scapparare né prescindere, mi chiedo come mai su oggetti simili prodotti da persone diverse ci siano delle differenze di prezzo anche consistenti.
Ritengo che il fattore preponderante che porta alla decisione di stabilire un prezzo basso sia lo scarso valore che viene dato al fatto a mano; quante volte di fronte ad una bancarella in un mercatino si sente dire "ma cosa ci vuole a fare quella cosa".... soprattutto da persone che non saprebbero da che parte cominciare, magari.Oppure "è bello, ma costa troppo".... detto da gente che crede che comprare un oggetto vagamente simile prodotto in serie e con materiali scadenti, equivalga a possedere un oggetto unico fatto con passione.
E noi stesse quindi siamo portate a sottovalutare il nostro lavoro e di conseguenza.... a svalutarlo.
Ma forse potrebbe esserci un altro motivo: magari la grande passione che ci spinge a creare, ci porta a vendere le nostre creazioni anche solo per divertimento e per incassare quel minimo che ci consente di acquistare del nuovo materiale per nuove creazioni.
Era un aspetto spinoso nel quale mi ero imbattuta all'epoca dei mercatini che facevo da artigiana, fianco a fianco con gli hobbysti. Va da sè che, per la stima del prezzo finale, i conteggi nelle due differenti situazioni sono ben diversi: le spese di gestione di un'attività "in regola" sono ben altre da quella praticata per hobby.C'era chi addirittura parlava di concorrenza sleale... come dicevo, la questione è spinosa.
E poi si potrebbe aprire un nuovo capitolo: il LAVORO che c'è dietro un oggetto fatto a mano andrebbe comunque riconosciuto e valutato adeguatamente. Persino l'IDEA andrebbe ricompensata, se si tratta di oggetti unici, originali e particolari che magari solo noi facciamo.
Insomma, pensavo di fare questo post per chiarirmi le idee.... e invece me le sto intricando sempre di più!
Mi date una mano a dipanare la matassa,dicendomi la vostra opinione nei commenti?
Grazie a chi lascerà un proprio pensiero ea presto! =)
 

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :