American Journalism Review pubblica i risultati economici di cinque tra i principali editori di quotidiani negli Stati Uniti: Gannett, McClatchy, The New York Times Co., A. H. Belo e Lee Enterprises.
Dai dati emerge sostanzialmente come stia cambiando il mix dei ricavi con minori introiti dalla pubblicità e più dai lettori. Il bilancio però, purtroppo, continua a non tornare ed i risultati complessivi mostrano ancora il segno meno rispetto al 2012 con un calo delle revenues compreso tra l’1% ed il 5% a seconda dei casi.
Stessa situazione per il «Financial Times» che genera addirittura ben il 63% dei ricavi del 2013 dai contenuti e solamente il 37% dalla pubblicità, con revenues stabili rispetto all’anno precedente.
Un’analisi su 17 dei propri associati effettuata dalla Newspaper Association of America conferma come il mix dei ricavi si stia spostando verso l’area dei contenuti, delle vendite di copie che crescono del 5% nell’insieme, ma che la trasformazione deve andare oltre, essere più profonda, per essere sostenibile economicamente.
Sull’andamento dei ricavi pubblicitari, sia carta che online, per l’industria dell’informazione basta dare un’occhiata ai due grafici pubblicati da Mathew Ingram su paidContent per capire la situazione, per avere la conferma che il mix tradizionale di vendite di contenuti e raccolta pubblicitaria non è, e mai più sarà, sufficiente a far quadrare i conti.
Lo studio “Newspapers Turning Ideas Into Dollars: Four Revenue Success Stories”, e la già citata analisi della NAA, mostrano come a questi sia necessario affiancare progressivamente nuove fonti di ricavo supplementari, integrative rispetto alle attuali che provavo a sintetizzare nella mia presentazione sui “modelli di business 2.0″ per gli studenti del master in scienze della comunicazione a fine 2013.
Se all’estero gli esempi di sperimentazioni, anche di successo, per cambiare il mix dei ricavi non mancano, per il momento nel nostro Paese ci si sta concentrando prevalentemente su gli eventi come fonte di ricavo mentre l’area e-commerce non decolla tra mille polemiche e sostanzialmente poco o null’altro viene fatto per uscire dalla spirale in attesa del prossimo vano business plan da approvare nel prossimo, altrettanto vano?, consiglio di amministrazione.
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