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Charlotte e i suoi scorpioni - Ciaaaaaaaaaaaaaaaaaao!
A. - Ti devo dire una cosa: tu sei la mia lunetta.
Charlotte e i suoi scorpioni (che da ora in poi abbrevierò in C & ss.) - Grazie tesorina, sei proprio un tesoro. Cosa ci fai qui nello spogliatoio invece di essere in sala con le altre piccine a fare i balletti?
A. - E' che non mi sentivo molto bene. Mi sentivo.... mi sentivo in bocca la puzza di pesce morto.
Charlotte i suoi scorpioni tacciono.
A. - Come stanno i tuoi nipotini, Biancaneve?
C. & ss. - Io non ho nipotini. Cosa ti fa pensare che io abbia dei nipotini?
A. - Quelli grandi hanno i nipotini.
Charlotte, ma soprattutto gli scorpioni, vogliono andare a fondo. Il loro ego è stato toccato: grande, ha detto lei. In qualche modo l'età trapela, dunque? Cosa c'è nella testa di questa creatura per chiedermi una cosa del genere?
C. & ss. - Scusa, tesorina, secondo te quanti anni ho?
(Errore, non è la domanda giusta, ma C. & ss. non sono stati abbastanza dotati di autocontrollo da mordersi la lingua).
A. - Booooooooooh. 45?
Calma, scorpioni, lei è solo una bambina che ha smesso ieri di fare la pipì nel vasino. Non sa distinguere una persona che ha 12 anni da una che ne ha 53. Per lei sono entrambe grandi, cioè fanno parte di quella categoria di persone che è ormai destinato a ritornare cenere prima che quelli del GF escano da Cinecittà.
C. - Secondo te ho 45 anni?
A. - Di più????
Scusa, già che ci sei chiamami pure Palla di lardo, così vado direttamente a darmi una chiodata. Calma. Bisogna mantenere la calma, altrimenti lo chignon appassisce e l'equilibrio lasciamo perdere.
C. & ss. - No, tesorina, non di più.
A. - Perché mio padre ha 45 anni e allora visto che alcune volte tu parli con lui, pensavo che siete uguali.
Non fa una piega, in effetti. Charlotte e i suoi scorpioni tacciono di nuovo: la motivazione è valida.
C. & ss. - Ok, quindi quanti anni ho?
Charlotte non ha un pugnale in mano e gli scorpioni sono pronti a sapere la verità e quindi a toccare il fondo.
A. - 15, hai 15 anni. E io ho un criceto che ha nome e cognome e che mi piace molto.
E' molto confortante parlare con te, piccina. Non ti sei chiesta come mai tua madre non ti abbia ancora riportato a casa? E' perché forse non lo farà proprio.
C. & ss. - Ma non avevi detto che stavi male? Una che ha la puzza di pesce morto in bocca non dovrebbe stare in silenzio a soffrire?
A. - Poi il criceto è proprio buffo e io e mia sorella ci giochiamo sempre e gli facciamo gli scherzetti.
Povera bestiola succube di due gnome.
Povera piccola, A., ancora non sa che è nello spogliatoio della scuola di danza e probabilmente ci resterà, dal momento che sua madre non la verrà a prendere a causa dell'esaurimento nervoso in corso provocato dalla voglia della tesorina A. di parlare a raffica, seppure con l'odore di pesce morto in bocca.
A. - Ma poi tu e il principe vi siete sposati veramente?
C. & ss. - No, era per finta.
A. - E perché?
C. & ss. - Perché facevamo finta: io mica sono Biancaneve e tu non sei un sette nano. Mica vai in miniera col piccone tutti i giorni.
A. - No, senza piccone. Hai fatto bene a non sposare il principe: non era abbastanza bello per te.
Vorrei prenderlo come un complimento, ma non mi fido di lei. Dice questo per dire qualche altra cosa. Vorrei tanto che sua madre arrivasse ora con lo scotch da elettricista per tapparle la bocca.
C. & ss. - Già. Ora sono quasi le 18, cioè l'ora in cui le ragazze grandi entrano nella sala di danza e quelli che non arrivano alla sbarra non possono più parlare. Forse il pesce nella tua bocca è morto perché la tieni aperta troppe ore al giorno, invece lui avrebbe bisogno di un po' di saliva per sopravvivere. Quindi acqua in bocca.
Si tappa la bocca con le mani, ma ad un certo punto le parole escono come uno tsunami. Le mani non riescono a sopportare l'impeto e lei parla di nuovo.
A. - Solo una cosa, poi basta. La maestra è il mio sole, tu sei la mia lunetta e le altre (ballerine) sono le mie stelline. Ma te l'ho detto che ho il fidanzato?
C. & ss. - Non avevamo detto di far riprendere il pesciolino? No, non mi hai detto del fidanzato. Lui lo sa che siete fidanzati?
A. - Sì. Ci siamo pure baciati.
C. & ss. - Ma dai?
A. - Sì, come nei film.
Ossignore.
C. & ss. - L'hai presentato pure ai tuoi genitori?
A. - No, ancora no. Siamo fidanzati da poco.
Povero bimbo. Con tutte queste parole lei lo ubriacherà d'amore. O lo farà scappare via per sempre. Dove sempre sta per sempre, essendo sempre una parola che non ammette sfumature, così come i bambini del 2012 non ammettono di non avere l'ultima parola. Mi chiedo come sarebbe la mia vita se i miei scorpioni volessero per forza avere ragione e mi chiacchierassero nell'orecchio tutto il giorno confondendo le mie già confuse idee. E la risposta è che io non lo so. E non sono sicura di volerlo sapere entro l'anno. Anche se sono una lunetta, femmina, con lo chignon appassito e la schiena coperta.
Alla fine però loro, i piccoli, dicono le cose come stanno. O almeno dicono la loro verità senza stare troppo a pensare alle conseguenze. A me piacciono, per carità, figurarsi se Biancaneve ha ostilità verso quelli che le arrivano a malapena a metà coscia. Però delle volte leghiamoli 'sti bambini. Oppure sleghiamoci noi. E accettiamo una buona volta le cose così come stanno. Le opzioni sono queste. E, a pensarci bene, così assonnata come sono e con la pancia bollente che cerca il contatto con il lenzuolo, penso che io mi slegherò. Sì, le cose come stanno sono meglio delle cose come noi crediamo che siano. Perciò ammettiamole e poi diciamocele tutte. Se lo facciamo di notte, il letto ci consolerà. Qualunque verità decidiamo di slegare dal silenzio.
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