All’interno dello scarico del lavandino, tutti noi, malgrado le dovute attenzioni, facciamo cadere tutta una serie di materiali tra cui resti di cibo, carta non degradabile. Alcune volte la forza dell’acqua riesce comunque a trascinarli via ma a volte questo non accade e lo scarico si ottura parzialmente o completamente con il risultato di renderlo inutilizzabile. Molte volte è possibile, con gli strumenti adatti, risolvere il problema senza dover spendere una fortuna chiamando un idraulico. Il primo sistema, il più semplice, è l’utilizzo della ventosa. Chiudo con uno straccio il buco del "troppo pieno", con il lavandino pieno d’acqua per metà, appoggio la ventosa sul foro di scarico e premo con decisione alcune volte fino alla completa distruzione dello scarico.
Il secondo sistema è lo stura lavandini flessibile. Se il tentativo con la ventosa non ha dato risultati apprezzabili, si può passare all’utilizzo di uno stura- lavandini che è dotato di un cavetto metallico flessibile, con una manovella ad una estremità e uno scovolo all’altra estremità, da inserire attraverso il foro del lavandino. Ho citato questo metodo per completezza d’informazione, ma io personalmente non lo uso. Uno stura lavandini ha un costo d’acquisto non economico e per utilizzarlo bisogna inserirlo nelle tubature, iniziando dal foro del lavello. Se non si è fortunati, che non si individua l’occlusione proprio vicino al foro del lavello, bisognerà smontare mano mano i tubi del sotto lavello per avvicinarsi sempre più all’ostruzione. Il nostro intervento, in questo modo, si trasformerà in qualcosa di più impegnativo. Lo smontaggio dell’impianto di scarico. Per finire, prima di passare alla scheda attuale, meritano un cenno i comuni sistemi chimici, acquistabili in tutti i supermercati, che possono essere utili nei casi in cui l’acqua defluisca lentamente riuscendo, molte volte, a ripulire le tubazioni. In caso di acqua stagnante, tuttavia, dove l’ostruzione è più importante, l’efficacia è dubbia ed in questo caso utilizzare mezzi meccanici o seguire i consigli appresso indicati penso sia la soluzione migliore. Non voglio essere troppo critico nei confronti dei sistemi chimici, forse troppo osannati dalla pubblicità, ma li relegherei sicuramente tra i prodotti per la manutenzione ordinaria; utilizzarli, cioè, affinché gli ingorghi non si presentino e le tubature rimangano pulite. Ma, se anche dopo l’utilizzo degli strumenti fin qui descritti, il lavandino risultasse ancora otturato occorrerà intervenire direttamente sull’impianto di scarico del lavandino smontandolo e procedendo ad un’accurata pulizia.
In questa scheda illustro le varie fasi di smontaggio di un impianto di scarico tipicamente presente nel sotto lavello della cucina e la sua pulizia. E’ tra i più comuni che si possono trovare in cucina o in bagno. In quest'ultimo, di solito, non esistono tutti i raccordi i plastica come in figura ma un unico tubo con sifone.
DIFFICOLTA'
1- I moderni impianti di scarico da lavandino sono composti da più componenti in materiale plastico uniti tra loro tramite ghiere avvitabili manualmente. Per questo motivo non occorre nessuno strumento per lo smontaggio, se non le mani e un coltello a punta larga per svitare la piletta nel lavandino. Dopo aver svitato l’apposita vite di tenuta, rimuovo la piletta e pulisco dai residui sottostanti eventualmente presenti, facendo attenzione alle guarnizioni.
2- Dopo aver rimosso la piletta, passo allo smontaggio dei raccordi sotto il lavello. Personalmente procedo alla rimozione di un raccordo alla volta, pulendolo e rimontandolo prima di passare a quello successivo. Per la pulizia utilizzo acqua corrente e una spugnetta imbevuta di sapone per piatti. Dopo aver pulito i due raccordi, passo alla manutenzione del sifone.
3- Il sifone è composto da un contenitore a forma sferica posto tra l’incrocio dei tubi che provengono dalle pilette e il tubo che va ad inserirsi all’interno del muro. Al suo interno ci sono due vani, uno dei quali, pieno d’acqua, che evitano la fuoriuscita degli odori. Anche questo è fissato con delle ghiere che si svitano con le mani. Attenzione al momento della sua rimozione. Al suo interno c’è molta acqua quindi mi premunisco con uno straccio e un contenitore. Procedo quindi alla pulizia anche di questo componente. In linea di massima, giunto a questo punto, sono quasi sicuro di aver liberato completamente l’intero impianto dalle ostruzioni che avevano causato il ristagno d’acqua. Ma perché non essere sicuri al 100%? Dal sifone che ho appena pulito, parte un tubo che provvede a convogliare l’acqua di scarico nei tubi all’interno della muratura. Questo, obbiettivamente, è il massimo che posso fare, oltre questo punto non posso proprio andare. Con uno scovolino per bottiglie provvedo alla sua pulizia interna liberandolo da eventuali residui sulle sue pareti. Dopo aver rimontato tutti i componenti ed essermi accertato che le ghiere sono tutte serrate, apro il rubinetto e lascio scorrere l'acqua per qualche minuto. Verifico che l'acqua effettivamente viene evacuata dall'impianto e per scrupolo controllo che tutti i raccordi smontati in precedenza non presentino perdite.
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