Pordenonelegge alla sua quindicesima edizione.
Ed è un festival ricco e sobrio (non è un ossimoro, a volte accade davvero!) e mi sta conquistando. Sono qui a fare la blogger e, nonostante tutti i miei tentativi per vedere i lati peggiori della vita, questo è senza dubbio un bel privilegio, e una fortuna. Non sono sola qui, ma con due amiche che a loro volta, sui propri canali, stanno raccontando l'esperienza. Vi invito a seguirle, perché oltre ad amiche mie (che a voi può interessare come no) sono soprattutto due interessanti autrici e professioniste. Anche se non hanno bisogno di presentazioni, eccole qua: Sara Bauducco e Gloria Ghioni. Le trovate ai link indicati ma anche sul loro account facebook e twitter e in diverse realtà digitali, consiglio davvero di leggerle.
Provilegiando una logica di lentezza e concentrazione, altrimenti si tratterebbe di correre da mille parti e non seguire molto, cercherò di aggiornarvi sui pochi ma spero buoni incontri che ho deciso di ascoltare. Ieri sono arrivata dopo un viaggio lungo e mi sono acclimatata in questa città che è deliziosa. Mi hanno colpita le architetture creative, e ho raccontato per immagini le mie sensazioni, come preannunciato, sul tumblr Piacerebbe a Calvino. E continuerò ad aggiornarlo quotidianamente.
E così è accaduto su twitter, con il mio account @tazzinadi. Lì ho fatto il mio solito live twitting, salvo quando i dispositivi muoiono, che ha sempre un che di simbolico, del tipo: eddai fermati!
Il primo incontro cui ho assistito ieri riguardava un libro: Abyss, di Simone Regazzoni, Longanesi. Un "romanzo filosofico" dai tratti pop e, a quanto sembra, piuttosto avvincenti. Non l'ho letto, dunque non so, ma pareva interessante. Quel che notavo è che parecchi incontri riguardano la filosofia, in questa edizione (per me la prima). E di filosofia discuteva l'autore con il relatore Giulio Giorello. Come sapete, l'attività di blogging, specialmente live, impone ragionevoli limiti di approfondimento, quindi, al solito, non mi metto ad articolare i temi trattati. Ma ho saputo, perché sono andata via prima della fine, a proposito di buone intenzioni... ma avevo un altro appuntamento da sentire che mi incuriosiva, insomma ho saputo che la presentazione alla fine è stata poi piuttosto animata e si sono sollevati temi forti, con un fitto dialogo dal pubblico. Avevo seguito i primi tre quarti d'ora, che invece erano stati illustrativi dei temi e un po' della trama del libro, che raccontanle vicende di un giovane insegnante di filosofia.
Che il tema fosse acceso, l'ho notato su twitter, perché ho ricevuto alcuni spunti di riflessione mentre facevo la cronaca da lì. Questo è interessante, perché è evidente che la filosofia oggi sa scatenare dubbi e domande e questioni importanti. Che questo si ricongiunga, con nuovi romanzi e prospettive, anche alla letteratura mi pare un ottimo segno e una questione aperta e da studiare. Quindi viva Abyss e viva gli stramaledetti abissi che ci abitano, in quanto esseri umani.
Nonostante i buoni propositi, poi alla fine sono andata via prima da questo incontro (ma non ricapiterà!) perché ne volevo seguire almeno in parte anche un altro. Drammone dei festival è che non si può fare tutto. Come dite? Come nella vita? Cavoli, è vero.
Quindi sono corsa al Centro Culturale Casa A. Zanussi, una struttura affascinante, ad ascoltare Slawka G. Scarso che parlava di storytelling dell'enogastronomia. Perché? Perché quel mondo mi incuriosisce parecchio. Presenti in sala, i "Curiosi del Territorio" che per un bel po' ho pensato si trattasse di un modo spiritoso della relatrice di appellarsi al pubblico, e invece erano produttori e operatori turistico culturali proventienti da diverse parti del mondo.
Quel che mi interessa di questo tema è la possibilità di combinazione tra vigne, olio, formaggio, prodotti alimentari e narrazione. Il discorso si è orientato molto sui social network, ma naturalmente il raccontare è un gesto antico, almeno quanto il nutrirsi. Ed è bello sapere che la comunicazione si stia dirigendo sempre più sul raccontare anziché sulla freddezza di esposizioni senza emozioni. Poi certo questo impone questioni etiche, e di gusto, di cui pure si è trattato. Per darvi un'idea, ecco il video che hanno proiettato in sala.
Il sogno di Armando
Tra poco invece vado ad ascoltare Marcello Fois. L'incontro fa parte del progetto: Mappa dei Sentimenti. Chi di noi non ne vorrebbe una, mi chiedo? Comunque sono stati invitati otto scrittori a lavorare su un sentimento ciascuno. A Fois è toccata l'Inquietudine. Sono molto curiosa, e vado, che è tra un quarto d'ora. Restate collegati :)
Casa dello studente.
Il palazzo giallo.
I gadget!!
Cum grano salis!