Anno nuovo, vita nuova e decisamente migliore.
E non mi riferisco a benessere e consumismo, che ormai sono stati spazzati via definitivamente dalla attuale grande crisi economico-finanziaria un po' dappertutto, bensì all' arricchimento culturale indispensabile, che urge.
Urge sempre.
Un arricchimento culturale, ad esempio, a partire dalla conoscenza di tutti i "Sud" del mondo.
Anche quelli di casa nostra. E che, in verità, a dirla tutta anch'essi non sono pochi.
Chi può aiutarci?
Senza dubbio l'antropologo, perché è colui che, per conoscere sul serio il mondo intorno a sé,vicino o lontano che esso sia, incontra e vive la vita della gente che conosce.
Fosse anche nel luogo più lontano e più disagiato del pianeta.
E lo fa con quella leggerezza dell'essere indispensabile. Alla Levi-Strauss , per intenderci.
Marco Aime,ligure, docente universitario, studioso, autore di teatro, e appassionato di culture "altre" è il nostro antropologo.
O meglio l'antropologo che fa per noi per un avvicinamento davvero soft alla disciplina.
Aime ha scritto infatti, qualche anno fa, esattamente nel 2009, un breve e agile saggio dal titolo "Una bella differenza. Alla scoperta della diversità del mondo", pubblicato dall'Einaudi.
Il taglio del libro è particolare e quindi decisamente accattivante, perché l'autore si rivolge alle sue due nipotine e racconta loro dei suoi viaggi, dei suoi "incontri" con colleghi celebri, tipo appunto Levi-Strauss ma non solo, e mediante aneddoti ed esempi spiega le diverse concezioni , che i tanti popoli della Terra hanno dello spazio, del tempo, della famiglia, dell'economia, del corpo.
In pratica Aime fa alle ragazzine (e quindi a noi che leggiamo) un breve e semplice corso di antropologia.
E lo fa senza grossi paroloni e discorsi interminabili.
Un modo simpatico e intelligente per cominciare a guardare il mondo con altri occhi o meglio forse anche con gli occhi degli altri.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)