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Commedia Mustang, fantascienza Sinister e inediti Sony in dvd

Creato il 14 aprile 2013 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Negli ultimi tempi, tra Oh, Serafina! (1976) di Alberto Lattuada e dittico Rimini Rimini (1987-1988) dei fratelli Corbucci, non poche volte abbiamo avuto modo di parlare della commedia nostrana degli anni Settanta e Ottanta, grazie al lodevole lavoro di riscoperta su supporto digitale effettuato nei confronti del genere da Mustang Entertainment.

Lavoro di riscoperta che prosegue e che, quindi, ci invita a tornare a parlare di Mustang

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con Spaghetti a mezzanotte (1981) di Sergio Martino, ovvero un mix di commedia erotico-gastronomica e giallo che vede protagonisti Lino Banfi e una poco vestita Barbara Bouchet cui è dedicata, inoltre, la galleria fotografica posta nei contenuti extra insieme al trailer del film.

Mix di commedia erotico-gastronomica e giallo nella quale i due ricoprono i ruoli di un avvocato in vena di trasgressioni e sua moglie, entrambi fedifraghi in quanto il primo, che manda al diavolo la propria dieta, ha come amante la compianta Alida Chelli, la seconda, invece, un architetto con il volto di Teo Teocoli.

Nel corso di quasi un’ora e mezza di visione al cui interno la sequela di gag comincia a prendere forma soprattutto dopo che l’avvocato uccide accidentalmente il killer che aveva ingaggiato per eliminare la consorte ed il suo compagno di avventure extraconiugali, ritrovandosi a cercare il modo di nasconderne il cadavere proprio durante la festa per il compleanno organizzatagli dalla donna.

Mix di commedia e giallo anche in Delitti e profumi (1988) di Vittorio De Sisti, altra riscoperta targata

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Mustang il cui evidente tentativo è quello di fondere in maniera inedita il thriller d’imitazione argentiana con i prodotti “leggeri” tipici di Reteitalia.

Non a caso, è il Franco Ferrini autore dello script di Opera (1987) e regista di Caramelle da uno sconosciuto (1987) a figurare tra gli sceneggiatori della pellicola, nella quale un Jerry Calà playboy e dalla battuta facile come al solito si trova ad indagare sulla morte di due donne apparentemente bruciate per combustione spontanea, in realtà uccise da un profumo dietro cui si nasconde un micidiale preparato chimico infiammabile se esposto a luci forti.

Con Mara Venier nella parte di una suora e campionario di starlette spazianti da Eva Grimaldi a Nina Soldano, passando per Lucrezia Lante della Rovere e Marina Viro; mentre Umberto Smaila – che firma anche la colonna sonora – interpreta un vice-commissario alla ricerca dell’assassino.

E, rimanendo sempre in casa Mustang e nell’ambito di atipiche miscele di generi, è impossibile non segnalare

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Belli freschi (1987) di Enrico Oldoini, nel quale, rifacendosi alle commedie d’azione a stelle e strisce dell’epoca, il succitato Banfi e Christian De Sica concretizzano il loro omaggio ad A qualcuno piace caldo (1959), con tanto di riciclo della mitica battuta “Nessuno è perfetto”.

Infatti, proprio come Jack Lemmon e Tony Curtis nell’intramontabile capolavoro di Billy Wilder, i due si vedono costretti a indossare abiti femminili, in questo caso per sfuggire alla polizia, sulle strade degli Stati Uniti, dopo aver sparato a un uomo che li aveva scritturati per uno spettacolo, in quanto attori.

Man mano che il figlio del grande Vittorio si cimenta anche in una rilettura di Mamma di Beniamino Gigli e il cast sfodera addirittura il veterano Lionel Stander di Cul-de-sac (1966) e Milano calibro 9 (1972).

Sinister Film, invece, recupera dal dimenticatoio due vecchi titoli di fantascienza fino a oggi

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di difficilissima reperibilità: Uomini coccodrillo (1959) di Roy Del Ruth e Ho sposato un mostro venuto dallo spazio (1958) di Gene Fowley Jr., entrambi corredati di presentazione di Luigi Cozzi.

Il primo, con l’uomo lupo della Universal Lon Chaney Jr. incluso nel cast, parte dalla figura di Paul alias Richard Crane, il quale, tornato in Louisiana in seguito a un incidente che gli ha provocato terribili ustioni al viso, si sottopone fiducioso alle cure di uno scienziato dedito allo studio di un siero ricavato dalle cellule di un alligatore e che dovrebbe rigenerare, come accade ai rettili, parti mutilate o gravemente danneggiate. Ovviamente, però, le cose non vanno come previsto e, mentre la moglie Joyce – con le fattezze della icona degli anni Cinquanta Beverly Garland – va ancora alla sua ricerca, pur credendolo scomparso per sempre, il protagonista assume un orrido colorito verdastro e si trasforma progressivamente in un uomo alligatore, tanto più pericoloso in quanto affamato.

Il secondo, dal regista del classico con licantropo adolescente I was a teenage werewolf (1957),

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è un più volte imitato capolavoro del genere che, nonostante il titolo proto-commedia, racconta, in realtà, una vicenda inquietante.

Una vicenda che, impreziosita dagli effetti speciali di JohnI figli dello spazioFulton, parte dalla crisi che colpisce il matrimonio di Marge e Bill, rispettivamente interpretati da Gloria Talbott e Tom Tryon, a un anno dalle nozze; spingendo la donna a chiedersi per quale motivo, improvvisamente, l’uomo abbia cominciato a mostrarsi freddo e distaccato, fino al momento in cui scopre che, in realtà, è posseduto da una creatura aliena.

Senza immaginare, però, che anche altre persone del posto siano cadute vittime degli extraterrestri, a quanto pare provenienti da un lontano pianeta il cui sole rosso, divenuto instabile, ha provocato la morte di tutte le loro donne, spingendoli a cercare nello spazio una razza simile al fine di evitare l’estinzione e perpetuare la specie.

Infine, ci spostiamo nel catalogo di Sony pictures Home Entertainment per dare uno sguardo agli inediti cinematografici che, senza passare per la sala, approdano dalle nostre parti direttamente in dvd.

Cominciamo con Company of heroes (2013), che, diretto dal Don Michael Paul responsabile

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di Lake placid 4-Capitolo finale (2012), prende le mosse dall’omonimo videogioco per radunare sul campo di battaglia Tom Sizemore, Chad Michael Collins, Neal McDonough, Vinnie Jones e Jürgen Prochnow.

Non a caso, tra corpi schiacciati da carri armati e abbondanza di splatter digitale, viene messa in scena la movimentatissima missione impossibile attuata da una compagnia di soldati americani e un prigioniero di guerra fuggiasco per effettuare un raid nel cuore della Germania nazista, all’inseguimento di uno scienziato tedesco che sta per defezionare e che è a capo di un programma di armi segrete.

Con chiari riferimenti al tarantiniano Bastardi senza gloria (2009) e una scena eliminata proposta nella sezione riservata ai contenuti speciali, insieme a due making (uno di dieci minuti, l’altro di cinque).

E concludiamo con Kill for me-Legami di morte (2013) di MichaelWreckedGreenspan,

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corredato di dietro le quinte di tredici minuti quale extra e la cui idea di partenza potrebbe richiamare alla memoria quella che fu alla base di The roommate-Il terrore ti dorme accanto (2011) di Christian E. Christiansen.

Del resto, ne è protagonista Amanda alias KatieIo vi troveròCassidy, la quale, tormentata dal violento ex ragazzo, trova conforto nell’amicizia con la nuova coinquilina Hailey, ovvero la televisiva Tracy Spiridakos, anch’ella intenta a sfuggire al proprio passato.

Nel corso di circa novantuno minuti di visione che, costruendo su lenti ritmi di narrazione il morboso rapporto quasi lesbico tra le due, individuano il loro maggiore punto di forza nella capacità della sceneggiatura di ribaltare più volte le carte in tavola, trasformando il tutto in un vero e proprio gioco di manipolazioni che, non privo di morti, funziona in maniera più che sufficiente, senza lasciare deluso lo spettatore.

Francesco Lomuscio


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