Si sta parlando della crisi economica e politica, l’attesa, la preoccupazione, lo stallo in cui tutta la nazione versa genera toni accesi e scontri tra persone che fino a ieri ragionavano allo stesso modo, ad un certo punto lei urla “I fucili, ci vogliono i fucili!” non serve a niente dire di smetterla e di riflettere su ciò che sta dicendo, continua a urlare invocando fucili.
Domenica scorsa: presentazione di un libricino artigianalmente confezionato, non un racconto neanche un saggio piuttosto una lamentazione sull’assurdità burocratica italiana, sui privilegi dei pubblici dipendenti e soprattutto dei politici, condivisibile, un po’ meno sui pubblici dipendenti perché i pubblici dipendenti sono talmente tanti e variegati, sono privilegiati gli infermieri che fanno i turni e percepiscono uno stipendio modesto? Tanto per fare un esempio. Ma a parte la presentazione che, tra l’altro, non mi ha interessato per niente, l’argomento come previsto, al di là di ciò che ha detto l’autore, ha suscitato un dibattito piuttosto acceso, ad un certo punto un tizio ha urlato “I fucili, bisogna prendere i fucili!” e più lo diceva e più si convinceva, poi urlando se ne è andato.