Magazine Diario personale

Commenti su Fotografie di Alessandro Franci

Da Luciamarchitto
IMG_3679Rovistando nei cassetti del mio computer ho trovato alcuni file di cui non mi ricordavo affatto, sono incipit dimenticati, inizi di storie mai sviluppate. Ne metto qui di seguito uno.

Non potendo guardare avanti si girò e guardò indietro.
La bambina leggeva ad alta voce. Leggeva una parola alla volta tenendo il rigo col dito. I capelli biondi nascondevano il viso. Erano lunghi, folti, vigorosi, ribelli.
Fuori la luce incendiava il giorno e si riversava nella stanza.
Era in controluce la bambina, se ne accorse quando ritirò le fotografie: una sagoma scura nella luce accecante.
Stava leggendo un libro che parlava di un anello, un anello che aveva il potere di trasformare tutto in cacca.
La bambina rideva quando l’anello trasformava montagne e diamanti in cacca.
Quale era il titolo del libro? E come andava a finire la storia?
Si aggrappò a queste domande per non affogare nella nostalgia della bambina.
La bambina leggeva una parola alla volta tenendo il rigo con il dito, il bambino si aggrappò alla sua veste, era una veste bianca di cotone con enormi fiori rossi, il bambino tirava, la bambina con una mano teneva il segno sul libro e con l’altra cercava di liberare la presa, poi il libro cadde per terra e loro due si rincorsero per la casa, urlando e ridendo insieme.
Il bambino aveva riccioli d’oro e mani paffute, la testa arrivava al gomito della bambina, e la guardava con aria di sfida, ma anche di invito.
La gatta si arrampicò sul mobile alto della sala.
I bambini la chiamarono.
Il libro per terra mostrava un disegno.
Che disegno c’era sul libro?
Si concentrò sul disegno per non affogare nella nostalgia dei bambini.
Quando schiacciò il pulsante il bambino si mise a correre così quando ritirò le fotografie vide che era soltanto una figura indistinta: “mossa – disse il fotografo – doveva usare la funzione movimento, vede questo segno che c’è sulla ghiera? E’ quello che si deve usare per i soggetti in movimento”.
Il bambino era sempre in movimento e lei dimenticava sempre quale era la funzione da selezionare sulla macchina.
Se ne ricordò soltanto una volta quando andarono alle giostre perché l’aveva impostata prima di uscire di casa: lì è tutto un movimento! Non avrebbe potuto scordare quel momento del ritiro delle foto quando il fotografo non disse niente, le consegnò la busta e basta. Una vittoria.
Uscì trionfante con le sue fotografie perfette dentro la borsa.


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