Caro Gianfranco – è un privilegio conoscerti, soprattutto perché certe cose le hai pensate prima e meglio di tutti in Italia; questo articolo secondo me è una gran bella sintesi delle ipotesi che hai esposto nei tuoi libri da 20 anni a oggi. Lo userò per introdurre alcuni giovani amici intelligenti al tuo pensiero.
F.
“Si deve ricominciare. E lo si deve dal potenziamento dei vari Stati. I quali non sono però entità mistiche, benevole o malefiche, bensì strumenti dell’operare di determinate forze. O queste rappresentano la servitù, così com’è oggi, oppure devono essere delle élite che sappiano andare ben oltre la comprensione (sempre stata storicamente scarsa per non dire nulla) delle popolazioni. I paesi europei – e anche in tal caso l’Italia è un paradigma difficilmente superabile – sono sistemi aperti; aperti a correnti straniere, la più forte delle quali sappiamo bene da dove proviene, e da settant’anni a questa parte! Ci sono i soliti frettolosi che vorrebbero mettere il “carro avanti ai buoi”, che forse pensano sia “la coda a muovere il cane”. Deve invece nascere prima un cagnolino, con il suo bel codino ancora debole e tremolante. Si deve formare e crescere, in alcuni paesi europei, una nuova forza (lo ripeto: d’élite!) in grado di proporsi – poi si vedrà, strada facendo, se con metodi (fintamente) “democratici” come quelli in voga attualmente, o in altro modo – la presa di possesso dello strumento Stato per usarlo in funzione del turare le falle, le voragini, di quei “sistemi aperti” che sono tali paesi. Non si propone un misero protezionismo economico, ma una decisa protezione politica rispetto agli influssi stranieri (soprattutto uno).[...]“