Parto subito con il consiglio della settimana: Everwood. Riperscatelo, è un telefilm molto bello e pieno di cuore.
Cari Trubies, sono arrivato ad una conclusione. Ok, probabilmente ci arrivo ogni anno a questo punto, ma fa niente, con qualcuno devo sclerale: True Blood dura troppo poco.
Sì, True Blood è uno di quei telefilm che hanno il potenziale di durare 22 episodi a stagione perché ha molte storyline da esplorare e molte storie da raccontare. Ma no, siamo su HBO, il network snob in cui se una serie ottiene più di 12 episodi a stagione: APRITI CIELO. E dai che se facciamo lavorare di più il cast non si sciupa! 9 mesi di news, spoiler, immagini, supposizioni e seghe mentali, praticamente un parto, e solo 12 episodio per sfogarci.
Cosa dire di questo “Cold Grey Light of Dawn”? Ho provato a trovare qualcosa che non mi piacesse di questo episodio, per sfotterlo alla grande, ma proprio non ci sono riuscito. Ecco. Come dovrei dunque descrivere questo settimo episodio della quarta stagione? True Blood at its best.
Un minuto di silenzio per l'inflitrata nelle streghe che si trombava Bill, e per lo sceriffo.
Partiamo della storyline che forse mi ha convinto di meno: Lafayette e Jesus. Ok, abbiamo capito che Lafayette è il chosen one, prescelto, che lui ha il potere, e che potrebbe rubare il posto a quella tardona di Medium e potrebbe essere il protagonista, al posto di quella slavata della Jennifer Love Hewitt, di Ghost Whisperer. Lo abbiamo capito. Volete fare uno spin-off? Fatelo. Non frantumateci i maroni con i soliti dialoghi che vogliono farci capire che Lafayette è speciale. Lo state dicendo dalla scorsa stagione, non siamo tardi.