Questo libro di Jonathan Safran Foer e' forse uno di quei libri che quando lo descrivi ad un'amica dici 'va capito'.
La vicenda ruota intorno a questo ragazzino di 9 anni che
ha perso il padre nell'attacco alle Torri Gemelle e non si da pace per
quel rapporto rimasto cosi', a meta'.
Alcuni capitoli sono narrati dal punto di vista di Oskar, il ragazzino, e altri sono narrati dai nonni, la nonna o il nonno, fuggiti da Dresda per scampare all'orrore della Seconda Guerra Mondiale.
Oskar e' un personaggio incredibile che mi e' piaciuto tantissimo per la sua capacita' di commuovere e far ridere nel giro di un paio di righe. I riferimenti ai fatti dell'11 Settembre ci sono, ma sono tutti velati, sono solo accenni di questa tragedia che riportano agli occhi le immagini di quel giorno, non nel modo sguiato che avrebbe un telegiornale, ma con la delicatezza di un bambino toccato dalla tragedia.
Il mio problema e' stato con le parti narrate dalla nonna e dal nonno. Capitoli dove si parla non solo degli eventi e degli orrori che hanno cercato di lasciarsi alle spalle in Europa, ma nei quali cercano anche di spiegare il delicato e spesso contorto rapporto tra loro due. Questo Niente e questo Qualcosa usati per descrivere le componenti della loro relazione, io li ho trovati pesanti e poco piacevoli dal punto di vista del lettura. Ci sono intere pagine che avrei voluto saltare perche' non mi sembrava che portassero a niente, ripetitive e sempre degli stessi concetti.
Questa, pero', e' davvero l'unica critica che ho da fare, e come dicevo all'inizio, forse queste parti del libro vanno solo capite e io non ne sono stata in grado.
Il libro comunque lo consiglio perche' ci fa vedere con occhi diversi una tragedia come quella delle Torri Gemelle.*
*Quanto scritto in questo post e' solo una mia opinione personale che non ha alcun valore di critica o di recensione.