Di Giandiego Marigo per AreA
Premetto che Vendola ha smentito quello che La Repubblica ha pubblicato, al proposito delle sue dichiarazione sulla differenza lessicale e d' importanza fra i due termini “compagno” ed “amico”.
Il fatto che egli lo abbia detto o meno, in quel modo o in un altro però ha davvero scarsissima influenza e nulla importanza.
Quello che sinceramente mi ha colpito e lasciato basito è la reazione che questa ipotetica dichiarazione ha provocato nel popolo di quella che chiammammo “Sinistra”...ho voglia di piangere, ripensandoci...per il livello raggiunto.
É davvero questo l'importante...su questo decidiamo la differenza fra un'AreA di Progresso e Civiltà vera e una invece un po' Farlocca? Su questo intendiamo smarcarci dal centrismo, dal polulismo, dallincuicismo teorizzato e diffuso?
È con questi “altissimi” argomenti che finalmente affronteremo la questione del pensiero unico e della cultura dominante?
Desolante!
Un tempo la sinistra si divideva sul Compromesso Storico, sulla “Rivoluzione Culturale”, sulle medotiche di intervento in fabbrica, sulla centralità operaia...oggi litighiamo sui termini, sul vento, sullo svolazzare di una gonna e di una cravatta.
Un mio amico ha commentato un rimbrotto su questo argomento on line, dicendo “Sono preoccupato che disquisendo sui termini si lasci , in qualche modo, la rappresentanza della sinistra ai soli 'Urlatori' che così bene hanno contribuito sino ad oggi all'isolamento e che sono fra gli artefici della divisione strumentale operata con astuzia dal PD”.
Realistico devo dire, ma come uscirne se il livello è questo e se una parte di quella che chiamammo “sinistra” sembra attendere solo ed unicamente di raccattare bandiere e fare risse sui termini, mentre un'altra sembra preoccupata solo di recuperare immagine rimirandosi allo specchio e ribadendo la domada su chi sia “la più bella del reame?”.
Situazione complessa...mi ricorda l'abusatissima favola Zen dove il saggio indica la Luna e lo stolto fissa la sua attenzione sul dito.
Davvero, davvero vogliamo andare avanti così?
Questo è il nostro livello culturale?
Su queste basi pensiamo di creare alternativo, circuito e cultura? Su polemiche siffatte baseremo la rinascita di quella che chiamammo sinistra? O, per coloro che ancora stanno guardando il dito, ne difenderemo l'esistenza (del tutto ipotetica a questo punto).
Mentre le esigenze reali ci impongono un nuovo ascolto ed un nuovo racconto (a Nichi piacerebbe questa frase) noi perdiamo tempo, energie. Predisponiamo emozioni , rancori e bisticci su una questione di lana caprina.
Davvero abbiamo bisogno di questo?
L'essere altro dal sistema si misura sulla conservazione dei simboli? Si misura su bandiere e regole? Oppure nella pratica quotidiana di coportamenti alternativi. Nella diffusione,mediante esempio di modi e mode differenti ed asistemici? È davvero così fondamentale la definizione libresca del termine, la precisazione del percorso analitico...ed il riferimento alla pagina del tomo da cui ricaviamo queste certezze?
L'affermarsi dei movimenti variamente colorati degli ultimi tempi non ci ha insegnato nulla? Non possiamo essere semplicemente arcobalenici, creativi, altri, diversi, asistemici, alternativi...questo non può essere un buon inizio?
La domanda che ci dobbiamo porre è davvero se siamo “compagni” parola bellissima e piena di significato, profondissima, oppure “amici” altra parola stupenda e significativa che da sola può dare senso all'esistenza? È questo il problema? Se fossimo fratelli, sarebbe diverso?
Non è forse il significato che noi diamo alle parole il vero metro di confronto e non le parole in quanto tali?
Mentre noi ci “azzanniamo” su quest'altissima questione il potere fa passare la sua cultura, il suo programma, la sua visione...e noi, finalmente esauriti dalla tenzone gli opporremo un termine, forse e finalmente comune?
É questo il problema? È questa la strada. È davvero così importante il colore di una bandiera o lo è maggiormante la sostanza di cui sono costituite le idee?
Abbiamo tanto tempo da perdere? Se sì ditemelo perchè io non avevo quest'impressione.