Fra tutte le parole inglesi adottate dalla lingua italiana (io le chiamo "adopted stepwords") forse welfare è una di quelle più giustificate, mancando, nella lingua italiana, un termine direttamente equivalente.
Su questo sito abbiamo iniziato a parlare di "welfare aziendale", dove i datori di lavoro (employers) provvedono ai servizi e benefici per i loro dipendenti (employees), seguendo il principio di work-life balance, il giusto equilibrio fra vita e lavoro, nell’ambito di human resource management. Tutto questo si traduce in company benefits o employee benefits. Vediamone alcuni:
- pension schemes – piani pensionistici
- profit sharing – la condivisione dei profitti
- health plans – piani di assicurazione sull salute
- child daycare – provvedimento di ‘asili’ per i figli dei dipendenti
- childcare vouchers – buoni di lavoro per I babysitter
- transport benefits – aiuti economici per il viaggio per andare sul posto di lavoro
- tuition reimbursement – rimborsi per le spese di istruzione
- retail discounts – sconti sugli acquisti o la spesa
- canteen meals – pasti nella mensa aziendale
Tuttavia il company welfare non è da confondere con corporate welfare, un utilizzo ironico del termine per descrivere i benefici fiscali concessi alle grosse aziende, con l’implicazione che esse diventano dei ‘welfare bums’, coloro che campano solo con gli aiuti statali.
Mark Davis