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Compassione

Creato il 10 giugno 2013 da Andreapomella

Sono uscito di casa per andare a votare nel primo pomeriggio, nel momento esatto in cui dal cielo è incominciata a cadere una pioggia rada, calda e sporca. Ho camminato come se niente fosse, mentre la mia maglietta polo azzurra si tingeva di piccole macchie scure. Al seggio c’erano tre ragazzi, erano seduti dietro a dei grossi registri, mangiavano un panino ciascuno. Uno di loro ha preso la mia carta d’identità e il certificato elettorale, scusandosi per il panino. Gli ho detto che non doveva scusarsi per il panino. Sono entrato nella cabina e ho votato. Quando sono uscito ho visto che il ragazzo scriveva con la mano destra, mentre con la sinistra reggeva ancora il panino. Ho infilato le due schede nelle urne e mi sono di nuovo avvicinato a lui. Mi ha riconsegnato la carta d’identità e il certificato elettorale e mi ha chiesto di nuovo scusa per il panino. Era in imbarazzo per quel cavolo di panino. Io avevo la maglietta polo azzurra punteggiata di piccole gocce scure e gli occhiali bagnati di pioggia, ma non mi è venuto in mente di chiedergli scusa per la pioggia. In ogni caso non me la sono sentita di ripetergli che non doveva scusarsi per il panino, che non ci trovavo niente di strano nel fatto che, a quell’ora, lui e gli altri ragazzi mangiassero un panino, che il panino non gli impediva di svolgere comunque al meglio il loro lavoro. Ho ringraziato e ho salutato. Dopo di me è entrata una signora, si è avvicinata ai tre ragazzi, gli ha consegnato la carta d’identità e il certificato elettorale. Quello di prima si è scusato con la signora per il panino. In vita mia non ho mai provato tanta compassione per un panino.


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