Del gioviale schernirsi tra sodali,
catalogato come socialità, non colgo
altro che un fastidio subitaneo;
non ho più da attendere la montante
noia, dopo lo stare al gioco effimero,
allo smascheramento dello scherzo
che cela la crudeltà della sostanza
come Pulcinella il suo segreto.
Competere, compagni, carsico
fiume evaporante in regressioni
nei perduti paradisi dell’infanzia;
competere, compagni, l’imperativo
edulcorato in ostentato sentimento;
competere, compagni: null’altro
si nasconde dietro la polizza
di sicurtà del compatire.