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Compio trent'anni e vado in Iran/09 - Pensiero concreto

Creato il 26 maggio 2014 da Mapo
La storia dell'Iran è la storia di un paese martoriato da bagni di sangue e rivoluzioni, dittature feroci e polizia segreta. La Savak, in particolare, era l'organizzazione paramilitare agli ordini diretti dell'ultimo Shah, Mohammad Reza Pahlavi, un uomo spietato che, dietro l'apparente progresso di creare una cosiddetta "Grande Civiltà" ha reso questo angolo di mondo teatro di soprusi, povertà e limitazione delle libertà individuali come pochi altri nella storia.Oltre a torture, uccisioni e violenza sommaria a patirne di più è stato forse il pensiero del popolo iraniano, schiacciato in un angolo e reso impotente a qualsiasi ragionamento che andasse oltre il reale.
Compio trent'anni e vado in Iran/09 - Pensiero concreto
"Per questa gente il concreto è diventato un rifugio, un nascondiglio, addirittura la salvezza: il cedro e l'asfalto sono cose concrete. Del concreto si può sempre parlare, dire liberamente quel che si pensa. Il concreto ha il pregio di avere un preciso confine provvisto di campanelli d'allarme. Appena la mente, immersa nel concreto, si avvicina sbadatamente al confine, i campanelli la avvertono che sta per addentrarsi nel campo minato delle idee generali, di riflessioni e di conclusioni non richieste. Usando il segnale, la mente si ritira cautamente e torna a immergersi nel concreto. E' un processo che possiamo seguire sul volto del nostro interlocutore mentre disserta animatamente, citando cifre, percentuali, nomi e date. Sta piantato nel concreto come in sella a un cavallo. Appena gli chiediamo: 'D'accordo, ma allora come mai la gente è così... come dire? poco soddisfatta?' lo vediamo cambiare faccia. Ha sentito i campanelli d'allarme che avvertono: 'Attento, stai per varcare il limite del concreto!'. L'interlocutore tace, cercando febbrilmente una via d'uscita, che ovviamente consiste nel tornare al concreto. Felice di avere evitato la trappola, di non essersi scoperto, respira di sollievo e torna animatamente  a dissertare, a perorare, a seppellirci sotto fatti concreti quali oggetti, cose, fatti strani o fenomeni abnormi. Una caratteristica del concreto è quella di non associarsi mai spontaneamente con altri elementi concreti creando delle visioni d'insieme. Due dati concreti negativi possono coesistere l'uno accanto all'altro senza sommarsi in un unico quadro, a meno che a farlo non intervenga il pensiero umano. Ma il pensiero umano, bloccato dal segnale d'allarme del confine del concreto, non può svolgere il suo compito e i due singoli fatti negativi continuano a coesistere anche a lungo senza fondersi in un panorama allarmante. Se si riesce a far sì che ognuno resti chiuso nei confini del proprio concreto, si ottiene una società atomizzata, composta di un numero n di individui concreti, incapaci di unirsi in una comunità operante di comune accordo."Ryszard KapuscinskiShah-in-shahPag 104

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