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Compiti a casa: “regole” per i genitori

Da Rossellagrenci

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Una riflessione utile ad inizio dell’anno scolastico presa dal sito Mamme Acrobate e scritta dall’educatrice Mariapaola Ramaglia. Per un bambino o un adolescente dislessico fare i compiti è un momento di difficoltà aggiunta, perchè il pomeriggio è più stanco e vorrebbe fare altro, perchè dai genitori si vorrebbe solo affetto e sostegno, perchè il figlio non deve mai dubitare della stima e dell’affetto incondizionato dei suoi cari, anche quando non riesce ad avere i risultati che ci si aspetterebbe da lui.

Ecco perchè ho selezionato quelle indicazioni che ho ritenuto più consone alla situazione del dislessico.

• Non ci si deve mai sostituire a lui. Più che fornirgli risposte, meglio aiutarlo a porsi le giuste domande per avvicinarsi gradualmente, ma autonomamente, alla soluzione.

Va spronato a fare da sé, abituandolo a ragionare e a rileggere ciò che ha scritto per potersi eventualmente autocorreggere.

• Lo studio è per lo più considerato un noioso dovere, esclusivamente finalizzato a non prendere brutti voti a scuola.

Per aiutare il figlio a non considerarlo un insieme di nozioni astratte e inutili, si può far leva sui suoi interessi e integrare le notizie contenute nei libri con curiosità o aneddoti che gli restino impressi, rendendo la lezione più appassionante.

Anche dvd e visite a mostre o musei, per esempio, possono essere d’aiuto. Per far sì che non impari la lezione a memoria ma che la comprenda davvero, si può anche aiutarlo ad inquadrare l’argomento in modo interdisciplinare e collegarlo alle lezioni precedenti. 

• Quando sono necessarie ricerche su internet, è opportuno monitorarne l’utilizzo.

• Le richieste di aiuto meritano opportuna attenzione. Il genitore, perciò, non deve criticare il figlio o deriderlo per l’eventuale banalità dei suoi errori. Sminuire le sue difficoltà o sottolineare la facilità del compito sbagliato equivarrebbe ad umiliarlo e cio’ potrebbe farlo bloccare.

• Bisogna complimentarsi per i successi ottenuti, ma ponendo l’attenzione soprattutto sugli sforzi e l’impegno messi per raggiungerli, più che sui risultati.

• Una guida e un sostegno sono opportuni soprattutto in corrispondenza dei passaggi da una scuola all’altra.

Questi sono eventi sempre un po’ traumatici per gli studenti, che devono abituarsi a nuovi ritmi di studio e nuovi metodi educativi.
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