Ho letto recentemente di un dibattito sui compiti delle vacanze e del fatto che qualcuno vorrebbe addirittura abolire qualla che non è una legge, ma una consuetudine. La cosa mi ha lasciato alquanto perplessa. Io ricordo benissimo quei momenti, ricordo che avevo la sensazione che l’estate non finisse mai, tre mesi lontana dai banchi di scuola, con le giornate tutte da inventare. A noi veniva concesso un primo periodo di riposo e poi si ricominciava con i compiti che – almeno nei programmi dovevano essere ben distribuiti in modo da non arrivare in fondo con troppo da fare. Ovviamente non era proprio così, la voglia non era mai ai massimi e si finiva per fare dei rush finali per completare quanto assegnatoci. Come tutti credo, ma niente di drammatico.
Ora leggo di voci anche autorevoli che ritengono questa attività troppo impegnativa, che si vorrebbe eliminarli per lasciare i bambini/ragazzi liberi e sereni da ogni impegno.
A noi manca ancora almeno un anno di scuola materna prima di vivere la questione dei compiti, nel frattempo però mi chiedo se davvero sia troppo chiedere di dedicare un po’ di tempo ai compiti così da non arrivare completamente a digiuno all’inizio dell’anno, mi chiedo se non sia peggio iniziare l’anno facendo una fatica incredibile a riprendere il filo lasciato tre mesi prima. Soprattutto mi chiedo perchè si abbia tanta paura di chiedere lo sforzo di assolvere ai compiti. A me sembra piuttosto un altro segnale del nostro essere un po’ troppo accondiscentendti e della nostra incapacità di genitori di essere coerenti e di dare un indirizzo preciso. Come tutte le cose il buon senso dovrebbe prevalere, gli insegnanti dovrebbero essere abbastanza intelligenti da non assegnare una mole di lavoro che allontani dallo studio invece che avvicinare e i genitori dovrebbero essere capaci di guidare nell’organizzazione delle giornate. La cosa che mi scoccia e che mi fa sorgere dei dubbi è che anche la Gelmini è pro-compiti … mah
Che ne pensate?
Angela