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Complessità + anticipazione = incertezza + azione

Creato il 17 ottobre 2013 da Minerva Jones

Complessità + anticipazione = incertezza + azione

Wagensberg mentre mostra una banderilla nel Parlamento catalano (2010).


L'anno scorso ho avuto l'onore di conoscere il pensiero e la persona di Jorge Wagensberg, docente catalano di Teoria dei processi irreversibili, e di assistere a una sua lezione meravigliosa su complessità, ordine e caos.
In questa lezione, con voli pindarici tra vari campi del sapere e spaziando tra biologia e sociologia, il tema centrale era "Il caos creatore", ch'egli risolveva con una formula che è quella con cui si può spiegare pure la modalità attraverso la quale garantirci la sopravvivenza come esseri biologici, culturali, individuali o collettivi.
La formula è:
Complessità + anticipazione = incertezza + azione
La sua argomentazione comincia con il considerare ogni singolo essere vivente complesso (animali, persone), così come ogni configurazione sociale collettiva (gruppi culturali, società nazionali), come 'sistema', il quale - proprio perché l'organismo è vivente e quindi ha bisogno di sopravvivere nel tempo - tende naturalmente all'omeostasi ovvero a un ordine stabile. Tale tendenza, però, non viene mai soddisfatta - perché quando venisse soddisfatta porterebbe alla morte del sistema stesso, incapace di adattarsi alla mutevolezza dell'ambiente in cui parimenti opera lo scorrere del tempo.
Così possiamo dire che qualsiasi sistema vivente tende all'ordine e alla stabilità, ma senza mai (voler) raggiungerli, anzi coltivando l'incertezza affinché ciò non accada. Il pensiero stesso, negli esseri umani, risponde a tale istanza - poiché se penso vuol dire che rifletto su miei pensieri e azioni, per dubitarne o per riconfermarli, ma in quella frazione in cui lo faccio mi sto sbilanciando nel reame dell'incertezza. D'altra parte, l'incertezza potrebbe - se non conosciuta e/o affrontata con strategie di apparente ma fallace autodifesa (letargia, sonno, inazione) - portare il sistema al caos più totale, e quindi distruggerlo, annientarlo in modo analogo al suo contrario, ovvero il massimo dell'ordine e della stabilità.
Qual è allora la soluzione che Wagensberg ci consiglia? La sua risposta è che un sistema complesso sopravvive se e solo se è in perenne dimensione di conoscenza dell'ambiente esterno con cui si deve relazionare (anticipazione) e in perenne movimento rispetto, e in relazione, a questo (azione) e in tal modo convive con l'incertezza proprio sfruttandola per il proprio bisogno di sopravvivenza. Potrebbe essere di ispirazione per diversi contesti e situazioni anche solo nelle nostre vite quotidiane, nevvero?
A volte, però, l'incertezza può essere così profonda, e quantitativamente consistente, che per mantenersi in vita è necessario mantenere in vita la possibilità stessa che questa vi sia, ovvero sia necessario provocare un cambiamento dell'identità del sistema al fine della sua sopravvivenza. Forse, allora, possiamo ragionarvi sopra, e rivedere la teoria darwiniana, le mutazioni genetiche, ma anche gli incontri interculturali o il sacrificio di singoli individui per la collettività sotto questa lente.
Da tali premesse di rapporto ordine/caos interpretato in questi termini, discendono altre considerazioni di Jorge Wagensberg che vi lascio di seguito come ispirazioni sulle quali riflettere - se ne avete piacere. Personalmente le adotto entrambe.
CONVERSARE "Fare ricerca, insegnare, apprendere, sperimentare, riflettere è conversare" "Domandare è ribellarsi, rispondere è adattarsi" "Tutto ciò che è necessario per apprendere è la conversazione, che è anche il miglior allenamento che può fare un essere umano per navigare nell'incertezza".
SPECIALISMO CONTRO TRANSDISCIPLINARITA' "Lo specialista non potrà mai evolvere molto, né essere certo di sopravvivere, perché il suo ambiente è a bassa complessità (= è domitato da un controllo estremo dell'incertezza al punto che questa non può quasi esprimersi). Chi invece avrà una visione più ampia, d'insieme e transdisciplinare, potrà garantirsi la sopravvivenza perché il suo ambiente è ad alta complessità (= ovvero in cui la presenza dell'incertezza è quantitativamente significativa)".
Una selezione di opere e interviste a Jorge Wagensberg la trovate infine qui (e se pensaste di farmi un regalo, mi rendereste ultrafelice con qualsiasi di questi libri, visto che al momento non ne ho nessuno e in biblioteca non li trovo...).
[E adesso che ho buttato in rete il mio contributo alla riflessione, quindi all'incertezza e pertanto alla vita, me ne torno al lavoro di ricerca... che ovviamente si muove anch'esso nelle direzioni indicate da costui ;-) ]

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