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Complotto di famiglia di Alfred Hitchcock

Creato il 15 novembre 2012 da Spaceoddity
Complotto di famiglia (1976 tit. or. Family Plot) è l'ultimo titolo diretto da Alfred Hitchcock. Il regista è ormai una sagoma, il sigillo della sua presenza non è lo sguardo pacioso e inesorabile che tanto lo caratterizza e che lo ha reso una figura-simbolo della televisione degli anni d'oro. Non nuovo alla dimensione della commedia - e qui ricordo in particolare lo spassosissimo La congiura degli innocenti - Alfred Hitchcock in Complotto di famiglia, all'età di settantasette anni, si muove su una scacchiera dove tutti gli ingredienti della sua arte sono dosati con la consueta genialità e senza nessuna posticcia malinconia del tramonto.
Complotto di famiglia di Alfred Hitchcock
La storia è quella di un'aperta truffa, operata dalla "veggente" Blanche Tyler (Barbara Harris) e dal suo compagno George Lumley (Bruce Dern) ai danni della credula Julia Rainbird (Cathleen Nesbitt). Ovvero, a esser più esatti, del tentativo di questa truffa, di cui lo spettatore è messo al corrente dalle occhiate d'intesa dei due e che risulterà poi un gioco pericolosissimo per gli stessi suoi architetti. Blanche e George entreranno in una gara contro il tempo per trovare il presunto erede di un invidiabile patrimonio, e avere la ricompensa; ma il felice designato testatario si guarda bene dal farsi vivo... e anzi circolano tutte le voci più improbabili sul suo conto. Fatto sta che, nella loro ricerca, i nostri eroi incrociano le loro vicende - in un teatralissimo incastro di scene - con personaggi men che raccomandabili, nei quali, ahiloro, si imbatteranno: l'equivoco gioielliere Arthur Adamson (William Devane), la sua viziata, ma perplessa amante Fran (una splendida Karen Black) e il misterioso benzinaio John Maloney (Ed Lauter). Hitchcock, che ci presenta i personaggi per quelli che sono, senza ingentilirli; per di più, lascia i suoi eroi a divorarsi reciprocamente in una gara di bravura e seduzione nei confronti degli spettatori, come in un sadico esperimento di etologia, nel quale non è dato tifare per nessuno, se non in vista di una qualche forma di salvezza.
Ricco di scene memorabili (una per tutte, l'esilarante ricerca delle chiavi della macchina durante una possessione spiritica) e congegnato con mano sicura, anche se magari non troppo ispirata: Complotto di famiglia mostra qua e là segni di una qualche stanchezza (oggi il montaggio lo snellirebbe un poco), pur scorrendo rapido e sicuro con un'eccellente presa sul pubblico. La sceneggiatura di Ernest Lehman (basata su un romanzo di Victor Canning, The Rainbird Pattern) è forse un po' più sbrigliata dell'atteso nel linguaggio, senza però che il film ne risenta. Hitchcock vi dispiega, infatti, tutta la sua arte: non disillude gli spettatori più affezionati e non smentisce la sua capacità di sorprendere con elementi noti e "ovvi": il risultato è uno spettacolo cinematografico di consueta efficacia e solidità.

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