Ieri, leggendo la recensione pessima di un libro pubblicato da una grande casa editrice, riflettevo che essere pubblicato da un big non deve ingenerare nell'autore la convinzione di essere uno scrittore bravissimo, perché a volte (anzi, spesso negli ultimi anni) le case editrici grandi pubblicano libri che in verità sembrano scritti da una gallina che ha preso una botta in testa. Insomma, emerite schifezze che un editor decente cestinerebbe dopo due righe, perché tanto gli toccherebbe riscrivere tutto il libro da capo. Eppure di libri così se ne pubblicano, e anzi, ci si costruisce sopra un sacco di pubblicità (forse perché col semplice passaparola nessuno andrebbe a spendere tanti soldi per un libro orribile).
Sinceramente non capisco perché le case editrici lo facciano. Non si può investire su un libro più meritevole?
Sia chiaro che non sto parlando di libri scritti da gente di un certo livello, ma della nuova narrativa italiana. Ce n'è di veramente straordinaria, ma ce n'è anche di veramente vergognosa.
Chissà che razza di calcolo economico c'è dietro queste scelte discutibili.