Compòrto
Derivato di comportare.
Sostantivo maschile.
1. (burocratico) Il tempo che si tollera dopo una scadenza: un comporto di pochi giorni.
Tempo di comorto: tempo durante il quale il lavoratore dipendente, assente per malattia o infortunio, ha diritto alla conservazione del posto di lavoro.
2. Tempo massimo, oltre l’orario di partenza, che un treno in coincidenza con un altro può attendere.
Comportàre
Dal latino comportare, composto di cum ‘con’ e portare ‘portare’.
Verbo transitivo [io compòrto ecc.].
1. (letterario) Sopportare, tollerare: chi può più comportar tanta sciagura? (Campanella).
Permettere, consentire: comportare un’offesa.
Tollerare, sopportare: comportare ogni cosa pazientemente.
2. Avere come conseguenza; richiedere, implicare: un’impresa che comporta molti rischi.
Comportàrsi
Verbo intransitivo pronominale.
1. Agire in un determinato modo: comportarsi bene, da vigliacco, come uno stupido.
Tenere un certo atteggiamento: comportarsi educatamente, con signorilità.
2. (antico) Contenersi, frenarsi: costui per gaudio appena si comporta (Ariosto).
Una (parola) giapponese da Perilli
Profiterole [prOfit'rOl]
Voce francese, derivato di profiter ‘profittare’; in origine, ‘piccolo compenso per la servitù’.
Sostantivo maschile invariabile.
(gastronomia) Sorta di piccolo bignè ripieno dolce o salato, usato specialmente come guarnizione di torte o servito come spuntino in rinfreschi o cocktail.
(estensione) Dolce fatto di tanti piccoli bignè ricoperti con crema alla vaniglia, con crema al cioccolato o con panna montata.
Se si desiderasse dire "comporto", e si desiderasse che la maggior parte della gente capisca, non sarebbe una cattiva idea usare la locuzione “ritardo ammesso”.
Avviso
È quasi Natale, vero? Auguri.