Un consigliere della nostra associazione, Davide Bombini, ci ha riferito che nella notte tra venerdì 10 e sabato 11 luglio 2015 sì è consumato, nella provincia di Piacenza, un atto di omofobia nei suoi confronti. Davide si trovava con alcuni amici al festival Orzorock, che ospita concerti rock dal 1994 a Gragnano Trebbiense. Sul finale di serata si era seduto a chiacchierare con amici e con alcuni giovani del posto. Uno di questi, appreso l'orientamento sessuale del nostro consigliere, si sarebbe lasciato andare a frasi ingiuriose nei suoi confronti, come "fr*cio di mer*a", "dovete morire tutti", "vi odio a voi fr*ci", "vattene da casa mia". A quel punto Davide avrebbe cercato di rispondere in maniera ironica, per smorzare i toni, a differenza di un suo amico che avrebbe manifestato tutto il suo sdegno per le frasi omofobe. A quel punto sarebbe nata un'animata discussione, che avrebbe coinvolto altri amici del giovane gragnanese: uno di questi avrebbe spinto a terra Davide, dopodichè l'aggressione da verbale si sarebbe trasformata in fisica. In pochi istanti 4 o 5 ragazzi avrebbero provato a colpire a calci e pugni Davide e i suoi amici che, dal canto loro, non avrebbero risposto alla violenza con la violenza. Dopo alcuni minuti gli aggressori si sarebbero ritirati e fortunatamente non ci sarebbero stati feriti.
Arcigay L.'A.T.Omo esprime la propria vicinanza a Davide e il proprio rammarico per quanto accaduto, condannando l'aggressione. Chiediamo alle amministrazioni di Piacenza, della provincia di Piacenza e del Comune di Gragnano di esprimersi sull'accaduto e di valutare l'ipotesi di cercare degli strumenti che possano essere utilizzati per sensibilizzare al rispetto delle persone, a prescindere dal sesso, dell'orientamento sessuale, di genere e identità di genere. Rinnoviamo il nostro invito affinché vengano intraprese azioni per scoraggiare il fenomeno di atti omofobici, transfobici e discriminatori nel nostro territorio, e soprattutto invitiamo chi abbia subito atti di questa natura a rivolgersi a noi e alle autorità, senza temere di rimanere isolati.
La situazione di odio verso le persone omosessuali, bisessuali e transgender nel piacentino è anche il frutto di decenni di colpevole silenzio di chi avrebbe la responsabilità di educare e formare le persone al rispetto della diversità. Non possiamo cedere alla violenza, non possiamo lasciare le persone sole di fronte all'ignoranza e al pregiudizio, e non possiamo sorvolare sul fatto che le famiglie e le scuole dovrebbero essere dotate di strumenti efficaci per educare ragazzi e adulti al rispetto per il prossimo e condannare la violenza omofoba (e non solo).
L'odio verso chi è "diverso" da sé, che si tratti di orientamento sessuale come di provenienza geografica o colore della pelle, è sicuramente la manifestazione di un disagio personale dovuto all'abbandono da parte della società e delle istituzioni, che hanno il dovere di sopperire a tale mancanza.
Piacenza non è omofoba, non è razzista e non è indifferente. Costruiamo insieme una nuova cultura del rispetto.